Quale acqua bere per pulire i reni

Soffri di calcolosi renali e avrai più volte sentito dire che devi bere di più. E qui insorgono i dubbi, anche perché la letteratura scientifica e le notizie che veicolano in rete spesso intimoriscono o mandano in confusione il consumatore.

  • Quale acqua scegliere per depurare i reni?
  • L’acqua del rubinetto è controindicata per chi soffre di calcoli renali?

In questo post ti chiariamo i principali dubbi e timori legati alla scelta dell’acqua da bere per contrastare i calcoli renali.

Cosa sono i calcoli renali e le cause scatenanti

I calcoli renali – definiti scientificamente “nefrolitiasi” o “litiasi renale- sono dei piccoli agglomerati di Sali minerali (ossalati, colesterolo, acido urico, calcio, fosfati o cistina) che si formano lungo il tratto urinario e nello specifico nei reni. La presenza di questi dolorosi ‘sassolini’ è spesso legata a una dieta poco sana, a una scarsa idratazione e a una predisposizione genetica. Ma non solo: anche l’avanzare dell’età, l’acidità delle urine, l’ipertiroidismo e le infezioni croniche al tratto urinario, possono rappresentare dei fattori di rischio per i reni.

Quale acqua scegliere per depurare i reni?

Per rispondere a questa domanda, facciamo chiarezza su cos’è il residuo fisso dell’acqua e perché i suoi valori sono così importanti per la nostra salute.

Il residuo fisso indica la quantità di sali minerali contenuti nella bottiglia. Questo termine viene indicato con l’acronimo RF e va da <50 mg/l a >1500 mg/l.

L’acqua minerale con un residuo fisso inferiore a 50 mg è molto leggera e contiene meno minerali. Se l’indice è superiore a 1500 mg/l invece significa che contiene moltissimi sali minerali. Ne consegue che l’acqua assume delle particolari caratteristiche in base al residuo fisso e il suo quantitativo può essere utile o controindicato per risolvere alcune problematiche di salute.

Tornando al nostro discorso, l’acqua oligominerale presenta un RF al di sotto dei 50 mg/l, è ideale per un uso quotidiano e favorisce la diuresi. Ecco perché i medici la consigliano soprattutto a chi soffre di calcolosi renale. Grazie al suo basso contenuto di Sali, evita un ulteriore accumulo degli stessi e ne favorisce l’eliminazione.

Se c’è una colica renale in corso?

In questo caso bere molta acqua potrebbe contribuire ad aumentare il dolore, in quanto la colica renale è in genere provocata dalla distensione delle vie urinare a monte dell’ostacolo, che ostruisce il normale passaggio dell’urina verso la vescica. Prima di prendere qualsiasi tipo di decisione, ti invitiamo sempre a contattare il tuo medico di fiducia.

L’acqua del rubinetto o con più Sali minerali fa male ai reni?

No. Con questo non asseriamo che siano controindicate, anche se è comunque preferibile non orientarsi sulle acque gassate. Ciò che rimane fondamentale è invece introdurre almeno 1,5- 2 litri di liquidi al giorno, a patto che non si tratti di bevande zuccherine e- ovviamente! – alcolici.

L’acqua presenta un basso residuo fisso – solo 245mg/litro a 180°C – che la colloca tra le acque oligominerali e un esiguo contenuto di sodio – solo 3,01 mg/litro. Gli studi condotti dall’Università di Napoli confermano che Acqua Santo Stefano è ideale per la prevenzione di calcoli e gotta, oltre che per trattare colicistopatie croniche e gastriti.

Quante persone nel mondo hanno avuto la sfortuna di sperimentare un incontro ravvicinato con la calcolosi renale? Stando ai dati statistici si tratta di una delle patologie più diffuse al mondo, con un’incidenza mondiale tra il 4-8%, ma tale percentuale aumenta ulteriormente nella popolazione europea (5-9%) con un tasso di recidiva a 5 anni superiore al 50%.

Cerchiamo allora di capire meglio in cosa consiste e come difendersi al meglio, per prevenire e trattare questo disturbo così frequente.

Per calcolosi renale si intende la formazione di calcoli nella via escretrice, ovvero il canale attraverso cui defluiscono le urine.

I calcoli non sono altro che depositi dalla consistenza dura (ragion per cui vengono anche chiamati “pietre”) prodotti dall’aggregazione di sali minerali contenuti nelle urine – quali calcio, ossalato, fosfati e acido urico.

La diminuzione del volume urinario è un reale fattore di rischio per la formazione di calcoli renali e bere molto è la terapia più indicata per prevenire le recidive, trattamento riconosciuto valido fin dai tempi di Ippocrate. Certo, dai tempi del padre della medicina di studi se ne sono fatti molti, e le principali ricerche in tal campo risalgono al 1996 con Borghi, il quale attestò la relazione causale fra apporto idrico e formazione di calcoli urinari.

Nel 2005, un nuovo studio ha dimostrato come pazienti precedentemente trattati per calcolosi urinaria, che assumevano almeno 2 litri d’acqua al giorno, non riportavano episodi di recidiva a distanza di tre anni, al contrario di coloro il cui apporto idrico risultava inferiore ai 2 litri. Nel 2006, un analogo studio, ha quantificato tale riduzione al 55%.

Si è anche scoperto che esiste una significativa differenza tra la diuresi ottenuta con l’assunzione di un carico idrico di 25ml/Kg in 24 ore e quella ottenuta con lo stesso carico somministrato in 30 minuti, in questo ultimo caso infatti la diuresi è più elevata!

Una legge della fisica ci ha infatti dimostrato che il carico di acqua ha un peso importante nel processo di purificazione delle vie urinarie. Il così detto “effetto tsunami” aumenta la forza di trasporto e di erosione dei solidi, agevolando –nel nostro caso – l’eliminazione dei detriti calcarei o organici presenti nella via escretrice.

La prevenzione della calcolosi renale si può attuare modificando le condizioni fisico-chimiche dell’urina attraverso due strade: aumentando il solvente (ovvero la quantità di acqua che discioglie i sali, impedendone l’aggregazione) o diminuendo i soluti con una dieta appropriata.

In questo modo è possibile abbassare il rischio di sovrasaturazione e precipitazione (ovvero il raggruppamento dei sali minerali) e la conseguente formazione di cristalli che segnano l’origine dei calcoli.

I calcoli possono essere di varia natura, pertanto è bene conoscere ciò che affligge ciascun paziente in modo da modulare la terapia sulla base della composizione chimica del calcolo stesso.

Oggi sappiamo che il residuo fisso dell’acqua (vale a dire la componente minerale) ideale deve essere molto basso, cosi da mantenere in soluzione le sostanze che compongono i calcoli urinari, mentre un alto residuo fisso renderebbe più facile lo sviluppo dei calcoli.

Scegliere dunque acque a basso contenuto di sodio, con basso residuo fisso e un buon contenuto di calcio e bicarbonati è la soluzione ideale per eliminare almeno 2 litri di urine limpide al giorno.

Questa regola è valida per tutti i tipi di calcolosi urinaria.

Esistono anche aspetti qualitativi che riguardano la composizione delle singole acque minerali e che è bene tenere a mente.

Per quanto riguarda il contenuto dei singoli componenti, acque ad alto contenuto di bicarbonato hanno dimostrato di essere in grado di aumentare significativamente il Ph urinario e l’escrezione di citrati (una sostanza protettiva nei confronti della patologia in oggetto) in soggetti sani, con effetti paragonabili ai sali di sodio-potassio citrato, normalmente utilizzati come terapia di prevenzione nei pazienti ad alto rischio di recidiva.

L’obiettivo è quello di cercare un’acqua che abbia un contenuto medio-alto di calcio, elevati livelli di bicarbonato, basso contenuto sodio, basso residuo fisso. Proprio come acqua Rocchetta, adatta a prevenire la calcolosi renale.

Rocchetta, Acqua della Salute, è amica dei reni perché è così leggera che entra più facilmente in circolo, svolgendo un vero e proprio lavaggio interno utile all’apparato urinario per compiere al meglio le sue funzioni.

Quale marca di acqua per depurare i reni?

Rocchetta, Acqua della Salute, è amica dei reni perché è così leggera che entra più facilmente in circolo, svolgendo un vero e proprio lavaggio interno utile all'apparato urinario per compiere al meglio le sue funzioni.

Qual è l'acqua migliore per la renella?

Tra le possibili acque contro la renella troviamo ad esempio: Fiuggi, Lauretana, Levissima, Maniva, Panna, Rocchetta, Sant'anna Sorgente Rebruant, Santa Croce, Sorgesana, Vitasnella e tante altre marche ancora.

Cosa bere per la salute dei reni?

Sì anche tisane e tè preparati in casa e non zuccherati, no a bibite o succhi di frutta che apportano zuccheri (e calorie) non necessari e possono contenere additivi (fosfati o potassio) nocivi per le reni.

Quanta acqua bere per non affaticare i reni?

«Bere, per la salute dei reni, è fondamentale: bisogna assumere almeno 1-1,5 litri di liquidi, meglio se acqua, al giorno. E per chi soffre di calcoli renali è ancora più importante, anzi necessario.