Reflusso gastroesofageo e dieta sono strettamente legati fra loro, a livello di cause, terapia e prevenzione. In medicina, il fenomeno per cui i succhi gastrici risalgono dallo stomaco all'esofago, raggiungendo nei casi più gravi perfino la gola, prende il nome di reflusso gastroesofageo o reflusso gastrico. e Reflusso gastroesofageo e dieta sono, rispettivamente, una condizione e un comportamento di vita quotidiana che presentano – come si è potuto anche evincere dall'introduzione – un legame inscindibile, non soltanto a livello causale ma anche e soprattutto a livello terapeutico. Le grandi
abbuffate per frenare i morsi della fame, dovuti a un digiuno prolungato, rappresentano, per le persone con reflusso gastroesofageo, una
delle principali ragioni di comparsa della sintomatologia. Non saltare mai il pasto evita di sovraccaricare eccessivamente lo stomaco, durante il processo digestivo. Per chi soffre di reflusso gastroesofageo, un errore molto comune che può
scatenare la sintomatologia è andare a letto poco tempo dopo il pasto, quindi con la cosiddetta “pancia piena”. La posizione orizzontale, assunta a letto, infatti, favorisce la risalita verso l'esofago del contenuto acido dello stomaco. Se la posizione orizzontale dopo i pasti favorisce la risalita dei succhi gastrici in esofago, la posizione eretta (quindi verticale) è invece di ostacolo alla suddetta risalita, per ragioni fisiche. L'eccessiva presenza di grasso a livello addominale comporta una pressione
intraddominale più elevata del normale. La presenza di una pressione intraddominale più alta del normale tende a influire sulla struttura e il funzionamento dello stomaco, in particolare del cardias; quest'ultimo, infatti, s'indebolisce dal punto di vista muscolare, divenendo meno efficace nel contenere i succhi gastrici nello stomaco, i quali, a questo punto, riescono con maggiore
facilità a risalire in esofago.
L'incremento della pressione intraddominale può dipendere non solo dall'eccesso di grasso addominale, ma anche da altri fattori, quali: Cibi da evitareTra i nemici giurati di chi soffre di reflusso gastroesofageo rientrano gli intingoli e soprattutto gli
alimenti ricchi di grassi (es: fritti, carni rosse grasse, formaggi grassi, troppo
olio ecc.); questi, infatti, permangono nello stomaco a lungo (perché richiedono molto tempo per la digestione), inducono un'ingente produzione di succhi gastrici (sempre per motivi legati alla digestione) e, infine, riducono il tono muscolare del cardias. CuriositàUscendo dall'ambito dietetico-alimentare, un altro importante fattore capace di scatenare il fenomeno del reflusso gastroesofageo è il fumo di sigaretta. Studi scientifici, infatti, hanno dimostrato che fumare indebolisce il cardias e ne compromette il buon funzionamento. Cosa mangiareElencati i cibi da evitare in caso di reflusso gastroesofageo, rimane da chiarire cosa può mangiare senza pensieri il soggetto con la suddetta problematica.
Occorre precisare che i sopraccitati alimenti rappresentano dei buoni alimenti per chi soffre di reflusso gastroesofageo, solo a patto che la loro cottura e/o la loro preparazione rispetti certe regole (si veda la prossima sezione). Cottura sobria a bassa temperaturaSe cotti o
preparati in modo inadeguato, anche i cibi indicati a chi soffre di reflusso gastroesofageo possono risultare dannosi e dar luogo alla risalita in esofago del contenuto acido dello stomaco.
Pertanto, in presenza di reflusso gastroesofageo, sono importanti non solo i tipi di alimenti consumati, ma anche i metodi di cottura e preparazione, i quali devono essere salutari.
CuriositàQuando chi soffre di reflusso gastroesofageo mangia un cibo poco indicato o cotto in modo inadeguato, il suo organismo, a partire dallo stomaco, dimostra un certo disappunto mediante una sintomatologia, che comprende, oltre ai classici bruciore in sede retrosternale e al rigurgito acido, disturbi come la difficoltà di deglutizione, il dolore al petto, il mal di gola, la raucedine, l'alitosi ecc. Masticare bene e senza frettaA completare un quadro che già include l'alimentazione equilibrata, la scelta dei cibi giusti e il ricorso a metodi di cottura salutari, concorre anche la serenità con cui consumare i pasti. Infatti, mangiare bene (“bene” nel senso di salutare) non basta, occorre anche masticare lentamente e deglutire con cautela. CuriositàLa dieta per la gastrite si basa, in larga parte, sulle stesse semplici regole della dieta per il reflusso gastroesofageo, presenti in quest'articolo. ConclusioniUna dieta come quella sopra descritta, intrapresa alle prime avvisaglie del reflusso gastroesofageo (acidità, rigurgiti acidi, sofferenza gastrica ecc.), può impedire che quest'ultimo si presenti con una certa costanza e assuma i contorni di un disturbo cronico. Evitare la cronicizzazione del reflusso gastroesofageo è importante, perché da essa possono scaturire complicanze importanti, come l'ulcera esofagea, la stenosi esofagea e
l'esofago di Barrett. Tabella. Quali genere di alimenti sono indicati e quali meno, in presenza di reflusso gastroesofageo?
Quale frutta evitare per il reflusso?Tra i frutti assolutamente da escludere dalla dieta per combattere il reflusso troviamo arancia, pompelmo, limone, melograno, ananas, mirtilli e mandarini. Per gli amanti del caffè il reflusso è un duro colpo da sopportare. Sono infatti da escludere caffè e bevande a base di caffeina, thé, vino e liquori.
Quale frutta si può mangiare con il reflusso?Conclusioni. Chi non deve mangiare kiwi?Quali sono le controindicazioni del kiwi? I kiwi contengono ossalati che, se assunti in quantità troppo elevate possono portare alla formazione di calcoli. Per questo il consumo di questo frutto è controindicato in presenza di cistifellea o problemi ai reni, in particolare se non trattati in modo corretto.
Quale frutta provoca acidità?Da evitare arance, pompelmi, limoni, mirtillo rosso, frutti di bosco e fragole, sia freschi che in succo, i quali contribuiscono a creare nel tubo digerente un ambiente eccessivamente acido. La frutta secca, in particolare noci e arachidi, tende a provocare l'acidità, in virtù dell'alto contenuto di grassi e proteine.
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