Qual è il tumore più pericoloso al seno

L'esperto risponde

Redazione

Il tumore del seno è il tumore più frequente nella popolazione femminile e viene classificato in cinque stadi. Le differenze condizionano i tassi di sopravvivenza

Qual è il tumore più pericoloso al seno

L’evoluzione del tumore al seno è articolata in cinque stadi. Lo stadio indica quanto il tumore si è esteso rispetto alla sede originaria.

  • Lo stadio 0 indica i carcinomi in situ, sia duttali sia lobulari.
  • Lo stadio 1 si riferisce a tumori in fase iniziale, che misurano meno di 2 centimetri, hanno superato le pareti dei dotti galattofori o dei lobuli da cui hanno avuto origine, ma non si sono diffusi ai linfonodi né ad altre parti del corpo. Il trattamento per queste forme tumorali consiste nella rimozione chirurgica della formazione. L’intervento di prima scelta è quello meno invasivo possibile in relazione alle caratteristiche del tumore: per tumori molto piccoli si può optare per la tumorectomia, cioè l’asportazione del solo tumore e di un piccolo bordo di tessuto normale che lo circonda. Più spesso è necessario eseguire una quadrantectomia (cioè l’asportazione di circa un quarto della mammella). In questi casi, dopo l’intervento, è necessario sottoporsi a radioterapia. Quando il tumore, sebbene piccolo, è presente in più sedi o sono presenti particolari fattori di rischio, occorre effettuare una mastectomia. In tal caso, la radioterapia non è necessaria. In caso di tumori allo stadio 1 è sempre prevista la biopsia del linfonodo sentinella. I tassi di sopravvivenza a 5 anni per i tumori al seno identificati allo stadio 1 sono prossimi al 100 per cento.

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Tumore al seno. Il presente. Il futuro

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  • Lo stadio 2 indica tumori in stadio più avanzato ma con un’ottima risposta alle terapie. Può trattarsi di tumori di medie dimensioni (da 2 a oltre 5 centimetri) che non si sono diffusi ai linfonodi o di tumori di dimensioni più piccole (fino a 5 centimetri) che hanno già raggiunto
    i linfonodi. Il trattamento per i tumori in questo stadio prevede come prima scelta la quadrantectomia seguita da radioterapia. Per tumori più estesi si ricorre alla mastectomia (a cui in alcuni casi può far seguito la radioterapia). A seconda del coinvolgimento dei linfonodi, può essere necessario eseguire lo svuotamento del cavo ascellare. Il trattamento dei tumori al seno in questo stadio prevede  anche l’assunzione di farmaci ormonali se il tumore è risultato positivo ai recettori ormonali o di farmaci a bersaglio molecolare (trastuzumab) se positivo ai recettori HER2. La sopravvivenza a 5 anni per i tumori al seno di stadio 2 è superiore all’85 per cento.
  • I tumori allo stadio 3 sono tumori localmente avanzati. Indipendentemente dalla loro dimensione, si sono estesi ai linfonodi o alle aree nelle immediate vicinanze del seno (pelle, parete toracica al di sotto del seno). Il trattamento per i tumori al seno di stadio 3 è più complesso di quello impiegato negli stadi iniziali. In genere il primo passo è la chemioterapia neoadiuvante, cioè eseguita prima dell’intervento chirurgico allo scopo di ridurre le dimensioni della massa. A questa si fa seguire la chirurgia che, a seconda delle dimensioni e delle altre caratteristiche del tumore, può essere conservativa (quadrantectomia) o radicale (mastectomia). Quasi sempre è necessario lo svuotamento del cavo ascellare. Dopo l’intervento chirurgico è necessario sottoporsi a radioterapia e spesso anche a chemioterapia. Quando le caratteristiche molecolari del tumore lo consentono è necessario assumere anche la terapia ormonale e/o trastuzumab. La sopravvivenza a cinque anni per i tumori allo stadio 3 è di poco inferiore al 60 per cento.
  • Lo stadio 4 indica tumori metastatici che si sono diffusi ad altri organi: ossa, fegato, polmoni sono le sedi più frequenti. Una diagnosi di tumore al seno metastatico è grave ma non è una sentenza di morte. Oggi l’aspettativa di vita media è prossima ai cinque anni, ma si tratta di un dato che nasconde una grande variabilità condizionata da quanto il tumore è esteso, da quali organi ha colpito, dalle sue caratteristiche, da quanto risponde alle terapie, dall’età e dallo stato di salute della paziente. Altrettanto variabile è la terapia indicata per i tumori in questa fase che, comunque, è sempre generale. A seconda delle caratteristiche del tumore e della localizzazione delle metastasi può comprendere chemioterapia, radioterapia, terapia ormonale, farmaci biologici.

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Fonti

Qual è il tumore al seno meno aggressivo?

il carcinoma intraduttale in situ è invece una forma di tumore non invasiva (o pre-invasiva) con una prognosi molto favorevole; il carcinoma lobulare parte invece dal lobulo (un insieme di strutture ghiandolari all'interno del seno) e si può estendere oltre la sua parete.

Quali sono i tumori maligni al seno?

carcinoma lobulare: rappresenta il 15% delle neoplasie del seno. Nasce dai lobuli, ma ha la capacità di estendersi fino al tessuto connettivo o adiposo e di migrare verso altri organi. carcinoma tubulare, papillare, mucinoso o cribriforme: si tratta di forme meno comuni.

Quali sono i tumori più curabili?

I cinque tumori che fanno registrare in Italia le percentuali più alte di sopravvivenza sono quelli della tiroide (93%), prostata (91%), testicolo (91%), mammella (87%) e melanoma (87%). * Comprende lingua, bocca, orofaringe, rinofaringe, ipofaringe, faringe NAS, laringe.

Quanto tempo si può vivere con un tumore maligno al seno?

La sopravvivenza globale mediana raggiunta è di quasi 64 mesi, che equivalgono a più di 5 anni. “Mediana” significa che la metà delle pazienti vive più a lungo. Lo studio ha coinvolto oltre 660 pazienti mai trattate prima per il carcinoma mammario avanzato.