Autofattura reverse charge obbligo invio sdi 2022 proroga

Conosciamo tutte le implicazioni di questo adempimento?

Doveva entrare in vigore dal 1° gennaio 2022 ma, con la legge 17 dicembre 2021, n. 215, è stata prorogata l'entrata in vigore per le operazioni transfrontaliere facendo riferimento a quelle effettuate a partire dal 1° luglio 2022.

A partire da questa data quindi, i dati precedentemente trasmessi trimestralmente con l’”esterometro” dovranno essere inviati tramite il sistema di Interscambio (SDI) utilizzando una autofattura elettronica per ogni operazione.

Quali cambiamenti nelle operazioni attive e passive?

Per le operazioni attive, l’invio della fattura elettronica avverrà entro i normali termini di emissione delle fatture che ne certificano i corrispettivi e basterà solo indicare come codice destinatario il codice XXXXXXX…le novità e i relativi cambiamenti risultano quindi minimi.

Per quanto riguarda invece le operazioni passive, l’invio telematico dovrà essere fatto entro il quindicesimo giorno del mese successivo a quello di ricevimento dei documenti cartacei comprovanti l’operazione o di effettuazione delle operazioni.

Nulla impedisce di iniziare già da subito ad adottare questo sistema.

L'emissione dell'autofattura elettronica da trasmettere allo SDI in riferimento al reverse charge per le operazioni sia interne che transfontaliere rientra nelle seguenti casistiche:

  1. acquisto di beni intracomunitari: l’autofattura elettronica è classificata con tipo documento TD18, e nel campo cedente/prestatore va riportato l’identificativo fiscale del cedente effettivo (fornitore UE) mentre nel campo cessionario/committente i dati di chi trasmette il documento elettronico (acquirente IT), secondo le istruzioni fornite dall’Agenzia delle Entrate. L’utilizzo dell’autofattura elettronica non elimina l’obbligo di compilazione dei modelli Intrastat, se dovuto.
  2. acquisto di servizi dall’estero (sia extracomunitari che intracomunitari): l’autofattura elettronica sarà classificata con tipo documento TD17, e nel campo cedente/prestatore va riportato l’identificativo fiscale del cedente effettivo (prestatore estero) mentre nel campo cessionario/committente i dati di chi trasmette il documento elettronico (acquirente IT). Per i servizi intracomunitari l’utilizzo dell’autofattura elettronica non elimina l’obbligo di compilazione dei modelli Intrastat, se dovuto.
  3. acquisto di beni da soggetto estero con deposito in Italia: questo tipo di acquisti, definito come acquisto di beni ai sensi dell’art.17 comma 2 del Dpr 633/1972, è codificato per permettere ad un soggetto non residente in Italia di effettuare una cessione di beni che si trovano già sul territorio italiano. In questi casi l’autofattura elettronica sarà classificata con tipo documento TD19, nel campo cedente/prestatore va riportato l’identificativo fiscale del cedente effettivo (fornitore estero) mentre nel campo cessionario/committente i dati di chi trasmette il documento elettronico (acquirente IT).
  4. reverse charge interno: per questo tipo di operazioni l'autofattura elettronica sarà classificata con tipo documento TD16 per trasmettere al Sistema di interscambio il documento di integrazione di una fattura, con l’indicazione dell’aliquota e dell’imposta di una fattura elettronica ricevuta con inversione contabile da parte di fornitori residenti o stabiliti in Italia, per  operazioni di cui all’art. 17 del DPR n. 633/1972. Questo tipo di documento è opzionale per tutto l'anno 2022 e raccomandato se si vuole fruire dei servizi dell’Agenzia delle entrate in  merito alla bozza dei registri Iva precompilati. Nel campo cedente/prestatore va indicato l'identificativo del fornitore interno e nel campo cessionario/committente i dati dell'acquirente.

Ci sono cambiamenti a livello contabile?

È da far notare che tutte queste operazioni riguardano la gestione della fatturazione mentre non vi sono cambiamenti nella registrazione contabile dei documenti nei registri iva: gli acquisti in reverse charge continuano ad essere registrati sia nel sezionale degli acquisti che nel sezionale delle vendite, per concorrere alla liquidazione periodica dell’Iva.

Siamo pronti a queste novità?

I software Buffetti sia eBridge che Openmanager sono stati aggiornati per rendere il processo semplice perchè diventa importate prestare attenzione ad una tempestiva trasmissione dei documenti per evitare il decorso dei termini e la possibile applicazione di sanzioni.

È ufficiale: il reverse charge è stato prorogato di altri quattro anni. Così è quanto deciso dalla Ue, con la direttiva 2022/890 del Consiglio del 3 giugno 2022, che ha modificato la direttiva 2006/112/CE. Il reverse charge potrà essere, quindi, utilizzato fino al 31 dicembre 2026.

La scadenza precedente dello strumento dell’inversione contabile, anche conosciuto come reverse charge, era prevista per il 30 giugno di quest’anno e, invece, a pochi giorni dal termine è arrivata la proroga insieme a quella del Quick Reaction Mechanism, o QRM, ovvero meccanismo di reazione rapida contro le frodi in materia di Iva.

Vediamo quindi di seguito le ragioni della proroga e tutte le novità da conoscere.

Perché il reverse charge è stato prorogato

Il meccanismo facoltativo di inversione contabile, che il Consiglio Europeo ha deciso di prorogare ancora fino al 31 dicembre 2026, ha la funzione di strumento temporaneo di lotta alla frode fiscale in materia di imposta sul valore aggiunto.

Autofattura reverse charge obbligo invio sdi 2022 proroga
DIRETTIVA (UE) 2022/890 DEL CONSIGLIO del 3 giugno 2022Clicca qui per scaricare il file

Essendosi dimostrato efficace nei suoi obiettivi, si è deciso di procedere con la proroga, di modo che si possa poi agire nella creazione di strumenti altrettanto efficaci e alternativi al reverse charge. Infatti le frodi in materia di imposta sul valore aggiunto, ovvero l’Iva, provocano notevoli perdite di bilancio, andando a incidere negativamente sia sul bilancio interno, sia sul funzionamento del mercato.

La direttiva 2006/112/CE del Consiglio consentiva agli Stati membri l’utilizzo di questo meccanismo di inversione contabile su cessioni di beni e prestazioni di servizi a rischio di frode (in particolare per quel che riguarda le frodi intracomunitarie) è stata quindi rinnovata in attesa della creazione di strumenti alternativi.

È inoltre giusto ricordare che la direttiva in questione consente anche l’utilizzo del meccanismo di reazione rapida (QRM), di modo da permettere agli Stati membri, in alcune condizioni specifiche, una risposta migliore e più efficace alle frodi improvvise e massicce.

Reverse charge interno ed esterno: a cosa serve

Il reverse charge è uno strumento introdotto per combattere le frodi in fatto di Iva e si distingue in:

  • reverse charge interno: si utilizza per alcune operazioni specifiche considerate a più alto rischio, che avvengono all’interno del territorio nazionale, per esempio tra queste sono incluse la cessione di materiali in oro, quelle di rottami, o quelle di bancali e legno recuperati;
  • reverse charge esterno: viene utilizzato, al contrario di quello interno, in relazione alle operazioni di acquisto di beni e servizi Ue o di prestazioni di servizi extra-Ue.

Se il reverse charge interno è, come già accennato, utilizzato solo in alcune specifiche situazioni regolamentate e considerate più a rischio, quello esterno si usa per quelle operazioni Iva territorialmente rilevanti in Italia che vengono effettuate nei confronti di soggetti passivi d’imposta italiana da parte di chi non è residente.

In generale, sempre per quel che riguarda il reverse charge esterno:

  • l’integrazione della fattura emessa dal venditore è richiesta per l’acquisto di beni e servizi UE;
  • mentre quando si tratta di acquisto di servizi extra-UE bisogna utilizzare l’autofattura.

Come si utilizza il reverse charge

Normalmente quando si fanno delle transazioni tra due soggetti, il venditore va a emettere la fattura, applicare l’Iva, e prosegue a versarla all’erario, mentre l’acquirente, quando soggetto a Iva, può andare a detrarre l’imposta.

Quando viene utilizzato il reverse charge non è il venditore ad applicare l’Iva al momento, ma questa viene applicata, versata, ed eventualmente detratta dall’acquirente. Il processo da seguire è quindi il seguente:

  • il venditore va a emettere la fattura, senza però inserire l’Iva;
  • l’acquirente procede a integrare la fattura o a emettere l’autofattura (a seconda dei casi), annotando sia sul registro Iva degli acquisti, sia su quello delle vendite.

Autofattura reverse charge obbligo invio sdi 2022 proroga

Cosa succede fino al 2026

Fino al 2026 il meccanismo dell’inversione contabile rimane utilizzabile, anche se è importante ricordare che a partire dal 1° luglio 2022 entreranno in vigore le modifiche all’esterometro, andando a modificare sia le scadenze per la trasmissione delle informazioni transfrontaliere per i soggetti tenuti all’utilizzo della fatturazione elettronica, sia la modalità.

Sarà infatti necessario comunicare quanto richiesto attraverso il sistema di interscambio, con file in formato xml.

Cosa accadrà dopo il 2026?

Come anche già accennato, parte delle ragioni dietro alla proroga sono dovute alla mancanza di strumenti alternativi al reverse charge in grado di svolgere le stesse funzioni.

Al riguardo la Commissione ha adottato due proposte legislative per introdurre il sistema definitivo dell’Iva, che mirano a poter andare a garantire una risposta globale alla frode MTIC. Entrambe però, che sarebbero dovute entrare in vigore il 1° luglio 2022, sono ancora in fase di negoziazione, situazione che ha quindi portato alla proroga dell’inversione contabile.

La negoziazione delle proposte, o l’adozione di altre modalità, si porterà quindi avanti nel tempo, e l’intenzione della Commissione Europea è quella di trovare modalità alternative globali in grado di andare a sostituire quella che è una soluzione temporanea al problema, ovvero il reverse charge.

Quanto tempo ho per inviare autofattura elettronica?

L'invio delle autofatture elettroniche emesse per le fatture di acquisto da soggetti esteri deve essere effettuato entro il giorno 15 del mese successivo a quello in cui sono stati ricevuti i documenti.

Quali autofatture vanno inviate allo Sdi?

In ipotesi autoconsumo, dovrà essere trasmessa elettronicamente al SDI un'autofattura con tipo documento TD27 “fattura per autoconsumo o per cessioni gratuite senza rivalsa” e i campi del cedente/prestatore e del cessionario/committente vanno compilati con l'identificativo IVA di colui che emette l'autofattura.

Cosa cambia dal 1 luglio 2022 fattura elettronica?

Il d.l. n. 36/2022 prevede anche un regime transitorio: soltanto per il terzo trimestre 2022, quindi dal mese di luglio a quello di settembre, non scatteranno sanzioni se la fattura elettronica sarà emessa entro il mese successivo a quello di effettuazione dell'operazione.

Quando si fa l autofattura in caso di reverse charge?

L'autofattura in formato elettronico per le operazioni passive, soggette al reverse charge interno, deve essere emessa e annotata nel registro Iva vendite entro il mese di ricevimento o anche successivamente, ma comunque entro 15 giorni dal ricevimento e con riferimento al relativo mese.