Chi ha tolto l imu sulla prima casa

Acquistare la prima casa è un passo fondamentale per la vita di molti, che si trovano poi a dover fare anche i conti con imposte e tasse che si devono pagare sulla proprietà, tra cui appunto l’IMU.

La domanda quindi sorge spontanea: si deve e chi deve pagare l’IMU sulla prima casa? La risposta al quesito è un po’ più complessa, ma non è impossibile fare chiarezza e determinare con semplicità in quali casi bisogna versare questa imposta. Per trovare la soluzione occorre solo fare attenzione ad alcuni termini.

Come abbiamo avuto modo di vedere in questa guida, l’Imposta Municipale Unica non deve essere corrisposta se si tratta dell’abitazione principale, che è un concetto un po’ diverso da quello di “prima casa” che tutti per abitudine siamo soliti usare.

Facciamo dunque il punto, vediamo quindi insieme quali sono i requisiti per non pagare l’IMU sulla cosiddetta prima casa e quando invece l’IMU si deve versare.

Prima casa e abitazione principale, cosa conta ai fini IMU

Il primo requisito indispensabile per non pagare l’IMU sulla cosiddetta prima casa è che la stessa corrisponda con l’abitazione principale.

A questo punto è molto importante capire bene la differenza tra abitazione principale e prima casa, dal momento che la legge stabilisce che il solo essere prima casa di proprietà non sia un requisito sufficiente per godere dell’esenzione dell’IMU.

L’abitazione principale è a tutti gli effetti quell’immobile dove il contribuente e la sua famiglia dimorano abitualmente e dove possiedono la residenza anagrafica. Nel caso in cui i componenti del nucleo familiare abbiano stabilito la dimora abituale e la residenza anagrafica in immobili diversi situati nel territorio comunale, le agevolazioni per l’abitazione principale e per le relative pertinenze in relazione al nucleo familiare si applicano per un solo immobile.

L’abitazione principale è dunque un concetto diverso rispetto a quello di prima casa, normalmente accettato per altri tipi di agevolazioni e bonus, ma che non è quindi sufficiente per poter contare sull’esenzione totale del pagamento IMU.

IMU prima casa: chi la deve pagare? Un esempio concreto

Entriamo maggiormente nel dettaglio utilizzando un esempio pratico. Se si è proprietari di un immobile, ma si vive in affitto altrove, si dovrà pagare questa imposta? Si deve pagare l’IMU senza residenza?

Come abbiamo avuto modo di vedere, i requisiti per non pagare tale tassa sono di carattere sia formale sia sostanziale: il contribuente dovrà avere nel medesimo immobile, di proprietà, la residenza e dimorare lì con la sua famiglia.

Ecco perché in mancanza di uno di questi requisiti non si potrà contare sull’esenzione. Il fatto di essere proprietari di un immobile soltanto non è un requisito sufficiente per godere dell’esenzione dell’IMU se non si ha lì la propria residenza e dimora.

Esenzioni IMU prima casa: la tipologia di immobile

Ci sono però anche altri fattori da considerare quando si parla di IMU sull’abitazione principale. Non tutte le abitazioni principali infatti possono contare sull’esenzione del tributo, ma ciò dipende dalla tipologia dell’immobile.

Inizialmente, nel 2011 con la manovra Salva-Italia quando è stata istituita l’IMU, questa imposta doveva essere pagata indistintamente per tutte le proprietà immobiliari, compresa l’abitazione principale. La situazione è cambiata però a partire dal 2014, con la Legge di Stabilità, che ha abolito l’IMU per l’abitazione principale, ma con alcune eccezioni.

In linea generale il pagamento dell’Imposta Municipale Unica, avviene solamente nei casi in cui l’abitazione principale sia considerata di lusso, di alta fascia, e quindi rientri nelle categorie catastali:

  • A/1 (abitazioni di tipo signorile),
  • A/8 (abitazioni in ville),
  • A/9 (abitazioni di pregio, palazzi e castelli).

In questi specifici casi l’IMU si pagherà.

Ricordiamo in ultimo che l’Imposta Municipale Unica è stata associata alla TASI, il tributo per i servizi indivisibile, a partire dal 2020 attraverso la Legge di Bilancio.

di Francesca Lauritano

Questo contenuto ha scopo informativo e non ha valore prescrittivo. Per un’analisi strutturata su ciascun caso personale si raccomanda la consulenza di professionisti abilitati.

Negli ultimi giorni si ritorna a discutere sull’introduzione dell’IMU sulla prima casa. Una notizia che fa tremare milioni di cittadini e di famiglie proprietari di un immobile. Da diverse indiscrezioni è emerso che il governo Draghi, stia ragionando sull’introduzione di nuove norme finalizzate al riassesto dei conti pubblici. Le casse dello Stato piangono e riutilizzare misure accantonare apporterebbe solo risorse con l’obiettivo di assicurare nuovi aiuti e incrementare i piani di rilancio del Paese.

Nonostante, sia un’ipotesi il solo pensiero che il premier Draghi reinserisca l’IMU sulla prima casa scuote milioni di famiglie italiane. Una tassa che penalizzerebbe milioni di cittadini che con sacrificio hanno accumulato denaro per poter acquistare la prima casa. La sorpresa dell’imposta sulla prima casa è un’ipotesi portata alla luce da diversi quotidiani. Va ricordato che l’IMU sulla prima casa è stata cancellata nel 2013 con il decreto Legge n. 102.

Nello stesso tempo, non possiamo non rammentare che nelle prime notizie susseguitesi dopo la nomina del Presidente Draghi, in merito all’introduzione dei primi provvedimenti del nuovo Governo le intenzioni non erano rassicuranti. Infatti, da subito, si palesò l’intento del premier di tagliare una fascia di sussidi, aumentare le imposte, applicare nuove tasse e avviare un progetto simile alla Legge Fornero.

Per cui, è chiaro che bisogna approfondire la misura del rischio prendendo atto dell’introduzione di una nuova IMU sulla prima casa, diversa dalla precedente imposta abrogata nel 2013. Solo così sarà possibile comprendere i reali rischi di una possibile imposta sugli immobili.

In breve, ti spiegheremo cosa sta succedendo in merito all’IMU sulla prima casa e, soprattutto, chi saranno i cittadini maggiormente penalizzati dalla nuova imposta.

IMU sulla prima casa: le incertezze di Draghi fanno paura

Negli ultimi giorni si ritorna a discutere sull’introduzione dell’IMU sulla prima casa. Una notizia che fa tremare milioni di cittadini e di famiglie proprietari di un immobile. Appare chiaro che il governo Draghi sia immerso nei dossier bollenti al fine di trovare delle idonee strategie per rivotare il Paese come un calzino. Ogni misura, messo in campo dal Governo è finalizzata alla crescita del Paese. I fardelli da sanare non sono pochi.

Sebbene, non sia un problema imminente, il premier dovrà trovare un sistema per risanare le casse dello Stato. Nello stesso tempo, dare una spinta decisiva all’economia senza tralasciare gli aiuti per le famiglie, lavoratori e imprese che maggiormente hanno patito gli effetti della pandemia da Covid-19.

D’altra parte, il governo Draghi non deve solo tener testa ai conti dello Stato, ma deve comunque, rispondere al pressing opprimente di personaggi illustri della politica internazionale che chiedono una nuova imposta sui patrimoni degli italiani.

Nel merito della questione, il governo Draghi non può voltarsi dall’altra parte senza tener conto dell’esplicite richieste sull’IMU sulla prima casa voluta dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), da Bankitalia e, infine, dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

L’Europa impone l’IMU sulla prima casa e l’Italia non risponde

Le istruzioni dell’Europa sono chiare vogliono che in Italia venga introdotta una nuova imposta sugli immobili. Non sorprendono queste “formali” richieste. Siamo abituati a ricevere ordine dall’Ue. Ma, stavolta, qualcosa sembra non filare per il verso giusto. A richiedere l’IMU sulla prima casa è la Commissione dell’Unione Europe.

Non è un argomento nuovo, infatti, da tempo la Commissione europea tenta di spingere il governo italiano alla reintroduzione dell’IMU sulla prima casa, quindi, di rivalutare il pacchetto delle imposte degli immobili.

Una vicenda emblematica venne registrata nel mese di ottobre, Silvia Sardone europarlamentare della Lega, quasi inaspettatamente richiese un parere sulla reintroduzione dell’imposta sugli immobili. In particolare, propose un’interrogazione alla Commissione europea in merito all’applicazione dell’IMU sulla prima casa.

Nel merito della questione, il responso del Commissario europeo per l’Economia, Paolo Gentiloni, fu limpido. Spiegando come nei propositi dell’Unione Europea pendeva l’analisi scrupolosa della concretizzazione di una nuova IMU nel nostro Paese.

A sostenere la pressione della Commissione Europea in relazione all’abolizione dell’esenzione dell’IMU sulla prima casa, alcuni elementi che mostrerebbero un’analisi eseguita dall’Istituto europeo. In tal senso, i dati ricavati dalla ricerca avanzata dall’Ue, non farebbe altro che confermare i guadagni prodotti dalla cancellazione dell’esenzione dell’IMU sulla prima casa.

Sotto questo aspetto, si tratterebbe di prendere in considerazione la possibilità di usufruire di entrate extra generate dalla nuova IMU sugli immobili. Entrate supplementari che potrebbero essere reinvestite per incentivare l’economia implementando le assunzioni, in modo da generare solo contraccolpi positivi che spingano verso la crescita del Paese.

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Bankitalia traina Draghi verso l’IMU sulla prima casa

A pensare che reimpostare una nuova IMU sulla prima casa sia un atto non dovuto, ma necessario è anche Bankitalia. Una misura ritenuta necessaria per ricreare un equilibrio nei conti dello Stato. Consolidare il deficit pubblico messo a dura prova dalla crisi economia implementata dalla pandemia da Covid.19.

Nell’ultimo periodo il governo Draghi ha dovuto incrementare il deficit pubblico richiedendo un ulteriore scostamento di bilancio da 40 miliari per garantire gli aiuti alle famiglie, ai cittadini e alle imprese in difficoltà economica.

In merito alla questione del debito pubblicio, Giacomo Ricotti, Capo del Servizio Assistenza e Consulenza fiscale di Bankitalia, ha espressamente reso noto lo scorso gennaio i pareri della Banca d’Italia relativamente alla riduzione dell’IRPEF. In quell’occasione, ha infatti, spiegato i vantaggi della reintroduzione di una nuova imposta sulla casa al fine di portare in riduzione l’IRPEF.

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FMI e OCSE spingono Draghi per l’introduzione dell’IMU sulla prima casa

Ad appesantire ulteriormente i concetti dei vantaggi di una nuova IMU sulla prima casa, si aggiungono anche i pareri del Fondo Monetario Internazionale (FMI), nonché, le opinioni dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE).

La tesi del Fondo Monetario Internazionale è palesemente rivolta all’azione della nascita di una patrimoniale anche momentanea, da spalmare sulle ricchezze o, meglio, sui redditi più alti. Appare chiaro l’azione del FMI che spinge il governo Draghi verso l’introduzione di una patrimoniale adeguata al momento e in grado di tassare i redditi alti delle famiglie italiane, con l’obbiettivo di contenere il debito pubblico esploso in seguito alla diffusione della pandemia da Covid-19.

A questo proposito, anche l’opinione dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico verte sull’introduzione di una nuova tassazione sui patrimoni degli italiani. Nel merito della questione, la tassazione proposta dall’OCSE viene spiegata nella relazione Goin for Growth 2021, presentata a Parigi il 14 aprile 2021.

Nella relazione sembrerebbe evidenziata in chiaro la necessità per il Paese di passare senza indugiare all’introduzione di una nuova imposta sulla prima casa. Al riguardo, l’OCSE prende in considerazione anche le categorie di cittadini italiani che non sono in grado economicamente di sostenere il peso di un ulteriore imposta sulla prima cassa, individuando l’obbligo del pagamento ai cittadini “ricchi”, ed escludendo da tale principio i cittadini con reddito ISEE al minimo o nullo.

Cosa farà Draghi con l’IMU sulla prima casa?

È palese che non man mano che riprendiamo il discorso sulla possibile immissione di una nuova imposta sulla prima casa, diminuisce la linea della possibilità straformandosi sempre di più in realtà. Eventi che dipendono fortemente dalle pressioni esercitate dalla Commissione Europea, dal Fondo Monetario Internazionale e, infine, da Bankitalia.

Non è chiaro come il premier Draghi intenda agire. È possibile che ascolti i consigli della Commissione Europea in vista dell’arrivo dei sostegni dal Recovery Fund. Ma, è difficile dire adesso quali pareri realmente ascolterà e quali valutazioni metterà in azione.

Da quando è stata abolita l'IMU sulla prima casa?

Dal 2013 è stata abolità l'Imu sulla prima casa (ad eccezione della prima casa di lusso rientrante nelle categorie A/1, A/8 e A/9, un unicum nel panorama europeo insieme a Malta.

Chi ha abolito IMU?

Il governo Monti l'ha soppressa con il decreto legge del 2011. Il governo Letta ha introdotto (o reintrodotto) l'esenzione (in vigenza dell'IMU), nel 2013, a decorrere dal 2014. Il ripristino, quindi, non è avvenuto nel 2015(governo Renzi), ma nel 2013 (governo Letta).

Chi ha messo l'IMU sulla prima casa?

L'IMU, Imposta Municipale Propria, è il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011 e si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. È operativa a decorrere dal gennaio 2012, e fino al 2013 è stata valida anche sull'abitazione principale.

In che anni si pagava IMU prima casa?

L'IMU sulla prima casa non si paga sia per il 2022 che 2021. Ma anche per gli anni precedenti, sin dal 2012 (anno di introduzione dell'IMU) l'abitazione principale è stata esentata. Vi sono, però, delle eccezioni. Infatti, se le abitazioni sono catastate nelle categorie A1, A8 o A9, non godono dell'esenzione IMU.