Cosa fare con il nocciolo dell albicocca

Albicocco

Domanda : albicocco

come posso fare per far crescere la piantina dell'albicocca da un nocciolo?Grazie

Cosa fare con il nocciolo dell albicocca


Albicocco: Risposta : albicocco

Gentile Pina,

per ottenere un albero di albicocche (ma anche con le pesche si pu� fare allo stesso modo) basta interrare in un vaso un nocciolo; il nocciolo si interra completamente d una profondit� di circa 3-4 centimetri, e il vaso si annaffia regolarmente, quando il terreno risulta asciutto. Il vaso va tenuto all�aperto, in luogo abbastanza riparato e luminoso. Purtroppo in genere i noccioli di queste piante impiegano parecchi mesi prima di poter venire penetrati dall�acqua, e quindi non � detto che gi� a primavera tu possa vedere il germoglio dal tuo seme. Oltre a questo, ci vorr� qualche anno prima che l�alberello si sviluppi abbastanza da riuscire a fiorire e fruttificare. Devi poi sapere che la maggior parte delle piante da frutto coltivate sono ibridi, e quindi, la pianta ottenuta da seme assai difficilmente produrr� frutti simili a quelli da cui hai tratto il seme; molto pi� probabilmente produrr� frutti di qualit� non eccelsa. In effetti per�, quando la tua piantina sar� grande abbastanza da venir posta in giardino e in seguito fruttificare, potrai sempre valutare l�eventualit� di innestarla. In un qualsiasi vivaio hanno in genere diversi tipi di alberi da frutta, di variet� diverse, con caratteristiche differenti; risulta quindi certamente pi� semplice recarsi in vivaio, spiegare al vivaista quali sono le caratteristiche che pi� apprezziamo in una albicocca e farci consigliare l�albicocco che produce frutti simili a quelli che ci piacciono tanto. Capisco comunque quanto sia di maggiore soddisfazione attendere due o tre anni per vedere la pianta che si � generata dal seme che noi stessi abbiamo raccolto e piantato.

Conosciamo tutti le albicocche, gustosissimi frutti arancioni, della famiglia delle Rosaceae, che fruttificano tra primavera ed estate a seconda della varietà.

Oltre a goderne i frutti, molti di noi ne hanno un albero in giardino, perché oltre ad offrirci un frutto nutriente e delizioso, l’albero di albicocco ha anche un fiore decorativo prima della fruttificazione. Ma questo articolo non riguarda né il frutto né il fiore dell’albicocco, bensì l’armellina, ovvero in seme contenuto all’interno del duro nocciolo del frutto dell’albicocco.

Nei bei tempi andati se ne faceva un uso più esteso e la raccolta e il consumo di armellina erano parte del costume locale e della cultura gastronomica italiana, specie quella del nord est (non per niente il termine armellina è di origine veneta).

A oggi è sempre più raro trovarne in commercio, pochissimi ne fanno consumo e in genere il suo uso è limitato alla pasticceria, nella quale viene impiegata per via del gusto amaro piuttosto deciso.

L'amigdalina nell'armellina

Infatti, il gusto amaro ma palatabile dell’armellina ne giustifica la presenza in vari liquori, amaretto in primis, e in tutta l’industria e l’artigianato dolciario nei quali si producono prodotti a base di pasta di mandorle.

Mentre le mandorle attenuano l’amaro dell’armellina, quest’ultima accentua piacevolmente il retrogusto amaro delle prime. C’è un motivo se nei secoli il consumo di armellina è andato limitandosi a quello dolciario e aromatico: la presenza di amigdalina, sostanza cianogenetica, ovvero in grado di generare acido cianidrico, ne limita altamente il consumo, in quanto l’acido cianidrico, contenente cianuro, potrebbe risultare tossico sopra certe soglie, specialmente per i bambini.

Ecco quindi che non risultando un alimento sfruttabile a livello commerciale, per via di questi limiti a livello di dosi, il consumo di armellina è andato scomparendo.

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Le proprietà benefiche dell'armellina

Quando si affronta ail tema delle proprietà dell’armellina bisogna andarci cauti, perché molte affermazioni sono state fatte riguardo su dei possibili effetti positivi contro il cancro.

L’amigdalina infatti viene anche venduta come medicina sotto il nome di Laetrile, proprio per curare certe forme di cancro. Ma mentre studi scientifici sono ancora in corso, quel che è certo è che, per dirla con Paracelso, è la dose che fa il veleno.

Infatti se a certe dosi può aiutare la cura del cancro, ad altre dosi può risultare tossica, ed è per questo che se ne sconsiglia un uso fai da te. Ogni paese poi ha legislazioni a sé stanti, le dosi che sono legali in Asia Centrale, dove l’armellina è molto consumata, sono illegali in Usa.

D’altro canto va detto che l’armellina ha dosi importanti anche di omega 3 e omega 6, contiene inoltre acidi grassi altamente antiossidanti, altissime percentuali di proteine e gran parte degli amminoacidi essenziali.

Significativa è anche la presenza di vitamina E, nome col quale si identifica un gruppo di 8 sostanze anch’esse particolarmente ricche di proprietà antiossidanti. Quindi, a dosi giuste, il consumo di armellina fà benissimo alla pelle, previene malanni al sistema cardiorespiratorio, migliora il sistema immunitario, aiuta la crescita dei capelli, combatte il colesterolo cattivo.

Armellina, la virtù sta nella moderazione

Per concludere, non possiamo che rammentare ancora una volta il monito di Paracelso per districarsi in questa polarità nel mondo delle ricerche mediche e nutraceutiche. Da un lato l’amigdalina, legata al consumo di armellina,  considerata un rimedio per il cancro, dall’altro lato viene segnalato come un veleno, con tanto di lista di effetti da intossicamento: nausea, mal di testa, vertigini, eccetera. Entrambi gli estremi sono veri e nessuno di essi lo è completamente.

L’importante è non buttarsi a cuor leggero in sperimentazioni basandosi solo sul sentito dire o sulle informazioni (sempre e comunque parziali) che si trovano on-line. Informazione e conoscienza sono due cose completamente differenti.

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Foto: Lenyvavsha/123rf.com

Come piantare i semi di albicocca?

In autunno, infilate il seme nella terra spingendolo con un dito a una profondità di circa 1,5 cm e poi copritelo delicatamente con il terreno smosso. Per velocizzare il processo di germinazione, prima di piantare i noccioli di albicocca, potete eseguire una scarificazione meccanica.

Cosa c'è nel nocciolo delle albicocche?

Nei semi di albicocca è presente un composto di origine naturale, chiamato “amigdalina”, che si trasforma in cianuro una volta ingerito.

Cosa succede se mangi il nocciolo dell albicocca?

Non c'è nessun pericolo legato al consumo delle albicocche anche se è consigliabile evitare di mangiare i semi contenuti nel nocciolo che impedisce qualsiasi contaminazione del frutto.

Quanti semi di albicocca si possono mangiare?

L'EFSA ha esaminato la documentazione scientifica disponibile ed è arrivata alla conclusione che una persona adulta può consumare tre semi di albicocca al giorno senza incorrere in pericoli di intossicazione. Per i bambini invece la quantità sicura è di mezzo seme.