Cosa fare quando si ha una carie

  • Cosa è la carie dentale
    • Fasi delle carie
  • Cosa provoca la carie ai denti?
    • #1 Fattori esogeni
    • #2 Fattori endogeni
  • Come si sviluppa la carie
  • Come è fatta una carie?
  • Quando la carie fa male?
  • Sintomi della carie
  • Tipi di carie dentale
    • #1 Carie secca (o carie arrestata)
    • #2 Carie della corona
    • #3 Carie cervicale
    • #4 Carie del cemento
    • #5 Carie interdentale
    • #6 Carie centrale
    • #7 Carie dei denti da latte
  • Come si cura una carie dentale?
  • Che succede se non si cura la carie?
  • Complicazioni
    • Cosa fare se ho un dente cariato?
    • Come riconoscere un inizio di carie?
  • Come prevenire la carie

La carie dentale è una delle patologie della bocca più diffuse: assieme alla parodontite, è tra le principali cause di perdita dei denti in Italia.

Sono poche le persone che, durante la loro vita, hanno avuto la fortuna di non andare mai dal dentista per un forte mal di denti causato da una carie profonda.

Ma in cosa consiste la carie? Quali sono le cause che la fanno insorgere? E come si cura? 

A queste e altre domande risponderemo in modo semplice e accurato in questo nostro articolo.

Cosa è la carie dentale

La carie è una patologia che lentamente porta alla distruzione dello smalto e della dentina, cioè dei tessuti duri del dente.

Inizialmente è lo smalto ad essere attaccato. In questo frangente è anche difficile accorgersi di avere una carie allo stato iniziale.

Solo il dentista, attraverso un’attenta analisi, può verificare la presenza di quella macchiolina minuscola che indica che il dente è stato attaccato.

Fasi delle carie

Vi sono, infatti, diversi stadi che contraddistinguono il livello di penetrazione della carie in un dente:

Cosa fare quando si ha una carie
Fasi delle carie dentale

Carie Iniziale: è il primo stadio in cui la carie si presenta sotto forma di macchiolina biancastra sullo smalto.

Carie Superficiale: in questo secondo step la carie ha iniziato a perforare il dente, attaccando la dentina al di sotto dello smalto.

Carie Profonda: ci troviamo in presenza di una cavità più o meno profonda che interessa la maggior parte del corpo del dente.

Carie Penetrante: la carie inizia a reagire con la parte pulpo-dentinale con formazione di dentina terziaria (si sentono i primi dolori).

Carie Perforante: la carie attacca la polpa dentale, ricca di vasi e terminazioni nervose, che vengono infettate, provocando forti dolori nel paziente.

Cosa provoca la carie ai denti?

Le cause delle carie sono duplici: da una parte abbiamo i fattori esogeni, dall’altra quelli endogeni.

#1 Fattori esogeni

I fattori esogeni sono quei fattori esterni che condizionano e favoriscono la formazione delle carie.

I principali sono i fattori microbici, che favoriscono la formazione della placca, una patina gelatinosa ricca di batteri che attaccano il dente, da qui l’importanza assoluta dell’igiene orale.

Anche i fattori alimentari sono fondamentali, soprattutto l’assunzione elevata di cibi a bevande zuccherate, sostanze di cui si nutrono i batteri e che ne favoriscono la proliferazione.

Altro fattore da non sottovalutare è il tabagismo. Il fumo contribuisce in maniera importante al deposito di placca e tartaro, favorendo la formazione della carie.

#2 Fattori endogeni

I fattori endogeni sono quelli intrinsechi di un soggetto, come ad esempio i fattori costituzionali caratterizzati da una debole resistenza strutturale del dente.

Anche il tipo di salivazione è importante ai fini della formazione e dello sviluppo della carie.

Una salivazione ridotta sia a livello quantitativo (minore produzione salivare), sia qualitativo (pH, alterazione delle concentrazioni dei componenti della saliva), può risultare un aiuto indiretto al processo carioso.

La saliva ha una funzione di pulizia e di tamponamento degli acidi che si formano durante l’alimentazione. Una sorta di barriera protettiva, quindi, che, se troppo debole, non riesce a proteggere a dovere il cavo orale.

Come si sviluppa la carie

I batteri prodotti dai residui del cibo sono i principali attori nel processo di formazione della carie.

Questi batteri fermentano e producono acidi che, assieme alle particelle del cibo, formano la placca, la patina gelatinosa che va a ricoprire il dente.

In assenza si pulizia profonda, gli acidi cominciano ad erodere lo smalto dentale, provocando i primi minuscoli forellini (carie di primo grado).

Attraverso questi forellini i batteri e gli acidi raggiungono la parte più interna del dente, la dentina, meno resistente dello smalto esterno, aumentando la loro azione distruttiva (carie di secondo grado).

L’avanzamento della carie continua ininterrottamente sempre più in profondità, raggiungendo la polpa dentale, che contiene vasi sanguigni e nervetti (carie di terzo grado).

Ormai il dente è largamente infettato e la carie può anche raggiungere la parte ossea, compromettendo tutta la struttura dentale (carie di quarto grado).

Cosa fare quando si ha una carie
Dente cariato infetto

La carie si sviluppa quindi dall’esterno verso l’interno del dente, con un decorso temporale lento e variabile. Mediamente il processo carioso evolve in un periodo di tempo che va dai 6 mesi ai 2 anni, a seconda di quanto vanno ad influire i vari fattori endogeni ed esogeni.

Come è fatta una carie?

Le carie si presenta visivamente come una mutazione del colore dello smalto, delle macchioline inizialmente biancastre e via via sempre più giallastre scure e nere.

Man mano che la carie evolve in profondità diventa evidente il tipico foro scuro provocato dall’erosione dei batteri e degli acidi, che è possibile percepire anche passandosi la lingua sul dente.

Ci sono comunque, come vedremo in seguito, diversi tipi di carie, ma sostanzialmente la colorazione riconoscibile è sempre quella.

Quando la carie fa male?

La carie non provoca un dolore diretto. Cioè non è il processo cariogeno in sé stesso che genera dolore, ma sono le conseguenze della carie che causano quel brutto mal di denti.

Inizialmente, infatti, si ha una sensibilità maggiore al caldo e al freddo, o quando si mangia qualcosa di dolce, in quanto non vi è più una protezione completa della superficie dentale, ma vi è una parte della dentina esposta.

Quando la carie raggiunge la polpa il dolore è più forte e acuto, spesso un dolore pulsante (la tipica sensazione del dente che batte), ed è provocato proprio dall’infezione pulpare (pulpite), laddove, come abbiamo detto, sono situati i nervi e i vasi sanguigni.

Sintomi della carie

Nel primo stadio, la carie è completamente asintomatica.

Man mano che progredisce in profondità il sintomo maggiore è una sensibilità crescente agli sbalzi di temperatura, al dolce e al sale.

Quando il paziente avverte il classico mal di denti vuol dire che il processo cariogeno è già in stato avanzato.

Un altro sintomo è l’alitosi più o meno accentuata, che deriva dagli scarti dei processi batterici, come anche dalla decomposizione dei residui di cibo che rimangono incastrati nei forellini causati dalla carie.

Tipi di carie dentale

La carie è normalmente classificata in:

  • acuta, quando si sviluppa in meno di un anno;
  • cronica, quando la sua evoluzione è lenta e costante nell’arco di un paio di anni;
  • recidivante, quando si ripresenta se non curata adeguatamente.

Inoltre il processo carioso viene suddiviso in diverse tipologie:

  1. Carie secca o arrestata;
  2. Carie della corona;
  3. Carie cervicale;
  4. Carie del cemento (o carie senile);
  5. Carie interdentale;
  6. Carie centrale;
  7. Carie dei denti da latte.
Cosa fare quando si ha una carie

#1 Carie secca (o carie arrestata)

Questo tipo prende il nome dal fatto che la carie si ferma allo strato superficiale del dente, cioè attacca solo lo smalto non proseguendo la sua evoluzione in profondità.

Il danno è sostanzialmente estetico, con una macchiolina scura, soprattutto quando ad essere attaccati sono i denti anteriori, ed è totalmente asintomatica.

Si suppone che in questo caso la carie subisca un’azione autoimmune che la blocchi o che comunque abbia un’evoluzione talmente lenta da apparire ferma.

#2 Carie della corona

Questa carie aggredisce la parte superiore del dente, la corona appunto, essendo quella più esposta all’attacco dei batteri derivanti dai residui alimentari.

È una carie facilmente diagnosticabile, anche perché ampiamente visibile a occhio nudo, quindi può essere presa in tempo prima che inizi il suo processo verso l’interno del dente.

#3 Carie cervicale

Quando la carie va ad interessare la zona del colletto del dente, cioè quella più vicina alla gengiva, si parla di carie cervicale o carie del colletto.

La causa principale di questa carie è sicuramente l’accumulo di residui alimentari nei solchi gengivali, il che significa una non corretta igiene orale.

Si tratta di un processo cariogeno subdolo, non solo perché avviane in una zona nascosta del dente, ma anche perché spesso va a originare altre patologie, come gengiviti e parodontiti.

#4 Carie del cemento

Questa tipologia di carie dentaria riguarda la radice del dente. Colpisce prevalentemente i soggetti in età avanzata (da qui il nome di carie senile), o comunque coloro che soffrono di recessione gengivale.

Laddove, quindi, la gengiva non va a proteggere adeguatamente la parte inferiore del dente, lasciando via libera al deposito di placca e tartaro.

Qui la carie ha vita facile, non subisce grande resistenza dalla struttura dentale e arriva facilmente e velocemente nella parte interna del dente, attaccando la radice.

In questo caso i danni provocati sono irreversibili ed è pressocché inevitabile l’estrazione del dente.

#5 Carie interdentale

Si tratta certamente della carie più insidiosa, in quanto attacca lo smalto interstiziale, in corrispondenza dello spazio tra due denti e in prossimità delle gengive, erodendo lo smalto e scavando in profondità, fino a raggiungere la dentina e la polpa del dente.

I molari sono i denti più facilmente attaccabili dalla carie interdentale, a causa della loro posizione arretrata e della maggiore difficoltà ad essere puliti accuratamente.

Solitamente quando si ha questo tipo di carie ci si accorge ormai a danno inoltrato, quando è stata compromessa anche la polpa. In questo caso è necessaria la devitalizzazione del dente cariato con ricostruzione della parte asportata.

#6 Carie centrale

Questa è sicuramente la carie più subdola, in quanto si origina all’interno del dente, svuotandolo pian piano, fin quando la struttura non regge più alla pressione esercitata durante la masticazione e il dente marcio si rompe.

Una carie, quindi, che agisce inversamente alle altre, che partono dall’esterno per propagarsi in profondità.

Cosa fare quando si ha una carie
Carie centrale

Un dente attaccato da carie centrale è destinato alla caduta o quanto meno all’estrazione. Può essere diagnosticato solo tramite radiografia e va curato al più presto, per evitare la formazione di granulomi, parodontiti e ascessi, o prima che vada a compromettere anche la parte ossea.

#7 Carie dei denti da latte

La carie nei bambini è purtroppo sempre più diffusa. L’alimentazione errata e la pulizia orale superficiale sono gli errori più comuni che favoriscono i batteri della carie.

I dentini da latte sono notoriamente più fragili dei denti permanenti, hanno una struttura meno complessa e resistente.

La carie dei denti da latte viene chiamata anche carie da biberon, in quanto colpisce il bambino che utilizzano molto il biberon e che assumono troppi alimenti zuccherati (anche il ciuccio imbevuto di miele

Contrariamente a quanto spesso si pensa anche i dentini da latte cariati vanno curati, nonostante siano destinati a cadere.

La carie, infatti, potrebbe provocare danni a livello paradontale, coinvolgendo anche le gemme dei denti permanenti pronti ad erompere.

Come si cura una carie dentale?

I tessuti di cui sono composti i denti non hanno capacità di autorigenerarsi: ne consegue che per curare le carie bisogna necessariamente rivolgersi ad un dentista.

I trattamenti che vengono effettuati dipendono dal tipo di carie e dallo stato di avanzamento.

La prima cosa che farà il dentista è sicuramente verificare dov’è situato il processo cariogeno e lo stato generale dei denti che sono stati colpiti, per cui nella maggior parte dei casi è prevista una radiografia.

Il fine primario è sempre quello di cercare di salvare il dente laddove è possibile, eliminando le parti necrotiche.

L’otturazione è quindi il metodo più utilizzato. Consiste nella cura della lesione, eliminando la parte cariata con il trapano dentale e nel riempimento della cavità con del materiale apposito.

Cosa fare quando si ha una carie
Otturazione e ricostruzione dente

Se la superficie esterna dentale compromessa è ampia è necessaria una nuova corona che vada a sostituire quella naturale.

Laddove, invece, la carie è penetrata in profondità, attaccando la polpa dentale è necessaria la devitalizzazione del dente: viene creata una via di accesso alla camera pulpare che viene accuratamente ripulita con l’ausilio dei file dentali e riempita con una sostanza inerte chiamata guttaperca. Quindi il dente viene ricostruito con un amalgama o con una nuova corona a seconda della necessità.

La soluzione più estrema è l’estrazione dentale, se il dente è irrimediabilmente compromesso e si vogliono evitare complicazioni ancora più gravi.

Che succede se non si cura la carie?

La carie è una patologia molto diffusa, ma da non prendere assolutamente sotto gamba.

Non curare una carie porta complicazione molto serie. Si rischia la distruzione del dente e si devono sopportare dolori intensi e spesso lancinanti.

Prendere un antidolorifico è solo un blando aiuto, in quanto finché non si elimina la causa del dolore, fin quando non rimuove la carie e non si curano gli effetti, la situazione tende solo a peggiorare.

Complicazioni

Una carie non curata porta a delle complicanze non banali.

Quando vengono distrutti i punti interdentali di contatto, l’infezione può degenerare fino ad innescare un’infiammazione della sezione gengivale tra due denti (papillite).

Il rischio di essere colpiti da gengiviti croniche è elevato, se la carie si trova nei pressi del margine gengivale.

Quando la carie penetra nella polpa dentale la pulpite è inevitabile: l’infezione si evolve in ascesso distruggendo anche la radice dentale e intaccando anche l’osso nei casi più gravi.

Da non sottovalutare la possibilità di formazione di piorrea, cisti, granulomi e gangrena pulpare.

Cosa fare se ho un dente cariato?

Se si sospetta di avere un dente cariato, anche in assenza di sintomi importanti, è sempre bene rivolgersi il più presto possibile al proprio dentista di fiducia.

Con la carie a volte il tempo è un grande alleato. Se presa per tempo si evitano danni ben più gravi e anche un esborso economico importante: una cosa è curare una carietta iniziale, altro è dover affrontare trattamenti più complessi, come una devitalizzazione o un impianto dentale.

Come riconoscere un inizio di carie?

La carie è riconoscibile dalla classica macchiolina scura o dalla presenta di un forellino sul dente. Ma quando riusciamo a fare un’autoanalisi del genere solitamente ci troviamo di fronte ad una carie già in stato avanzato.

L’importanza delle visite periodiche dal dentista ha anche questo scopo: riuscire a individuare una carie allo stato iniziale e curarla prima che possa compromettere l’intero dente.

Come prevenire la carie

Prevenire è meglio che curare: questa è la frase magica per la salute dei tuoi denti e del tuo portafoglio.

Come prevenire la carie? Le regole sono semplici:

  • Corretta igiene orale;
  • Controlli periodici dal dentista;
  • Igiene orale professionale periodica;
  • Corretta alimentazione.

L’igiene orale è alla base della salute dentale: lavarsi i denti tre volte al giorno e utilizzare filo interdentale per rimuovere la placca non raggiungibile dallo spazzolino.

La carie, abbiamo visto, non è facilmente individuabile, a meno che non sia il tuo dentista a controllarti regolarmente ed evitare ulteriori problematiche.

Cosa fare quando si ha una carie
Nemici dei denti

L’alimentazione è fondamentale: controllare l’assunzione di cibi che contengono zuccheri e amidi (bevande gassate, succhi di frutta, dolci, alcolici).

Stop al fumo: favorisce la placca e il tartaro che alimentano la carie.

Soprattutto con i bambini, che vanno matti per le caramelle, le merendine e la cioccolata, bisogna avere un occhio di riguardo. In particolar modo, se proprio non si riesce ad evitarli del tutto, almeno lavare i denti per evitare che gli zuccheri vadano a nutrire i batteri che provocano la carie.

Devi curare una carie?

Per abilitare il tasto di Invio Messaggio è necessario prima accettare le condizioni d’uso.

Come curare la carie da soli?

Si può curare la carie da soli in casa? La cura della carie fai da te è alquanto impossibile poiché i tessuti rammolliti non hanno capacità rigenerative, quindi l'unico modo per fermare l'evoluzione del processo è rivolgersi con coraggio al dentista che procederà al trattamento per l'eliminazione del problema.

Cosa non fare in caso di carie?

Evitate zuccheri raffinati, bevete tè verde e tè nero, assumete Xilitolo, dolcificante naturale che arresta lo sviluppo di batteri nella cavità orale.

Come non far peggiorare una carie?

Lavare i denti almeno due volte al giorno, con l'ausilio del filo interdentale, è una buona abitudine per rallentare la progressione della patologia. La carie dentale è provocata da alcuni batteri, presenti nella bocca, che, nutrendosi di zuccheri, portano alla distruzione dei tessuti del dente.

Come far andare via la carie?

L'unica soluzione per fermare la carie è l'eliminazione, seguita dal riempimento della cavità con una ricostruzione o otturazione. Se non curata, l'infezione attacca lo smalto, il quale si demineralizza e si perfora.