Vitamina d si puo prendere in estate

La vitamina D è importantissima in quanto favorisce l’assorbimento intestinale del calcio ed in presenza di grave carenza di vitamina D, si manifestano malattie specifiche come il rachitismo (ormai di fatto scomparso in Italia) e l’osteomalacia. Gradi lievi di carenza di vitamina D, invece, esistono anche nell’osteoporosi. E’ stato evidenziato che circa il 70% della popolazione italiana di età superiore ai 65 anni è sotto i livelli minimi di vitamina D nel sangue. Per le persone ospedalizzate la percentuale sale anche al 100%. Stanno meglio i cittadini scandinavi, che pur non avendo molto sole, hanno livelli di vitamina D più alti dei nostri grazie all’aggiunta di vitamina D in cibi diffusi.

Per avere livelli sufficienti di Vitamina D è necessario:

Assumerla con la dieta, ma è difficile quantificarne l’assunzione perché la presenza negli alimenti più diffusi è minima. Un cucchiaio di olio di fegato di merluzzo basterebbe per la dose giornaliera di un anziano, ma il suo sapore è poco gradevole. Poi ci sono i pesci grassi, come salmone e sgombro, che con 150 grammi di prodotto coprono il fabbisogno giornaliero, oppure a succo d’arancia, uova, fegato e formaggi, ma la quantità di vitamina D è così scarsa che bisognerebbe mangiare questi cibi in quantità troppo elevata.

Esporsi sufficientemente alla luce solare. Raggiungere la dose quotidiana raccomandata di vitamina D è particolarmente difficile in inverno, quando abiti e cappotti nascondono il 90% della nostra pelle e gli stessi raggi UV sono più deboli. A metà gennaio, ad esempio, bisognerebbe stare al sole per ben 130 minuti.
La “mission” è un po’ meno “impossible” nella bella stagione: da aprile a luglio, con il 25% del corpo esposto, bastano appena 10 minuti. In autunno i tempi si allungano: nel mese di ottobre, ad esempio, servirebbe una mezz’oretta di sole.

Se tali metodi non funzionano bisogna programmare un supplemento farmacologico.

A chi dovrebbe essere prescritta la vitamina D? Le prescrizioni in Italia e il rimborso

La vitamina D dovrebbe essere somministrata a quattro categorie di persone.
1) Ai bambini che devono calcificare le ossa.
2) Alle donne in gravidanza perché numerosi studi hanno evidenziato che un livello adeguato di vitamina D può avere degli effetti benefici nel neonato dopo la nascita.
3) Tutti coloro che assumono farmaci per combattere l’osteoporosi in quanto è stato dimostrato che l’effetto dei farmaci per tale malattia risulta essere migliore con l’apporto adeguato di vitamina D.
4) Tutte le persone in cui è documentata una carenza di tale vitamina.

La regolamentazione e le norme previste dell’Aifa

Recentemente l’AIFA (Agenzia Italiana per il Farmaco) ha emesso una norma (Nota 96) per la prescrivibilità a carico del Servizio Sanitario Nazionale della Vitamina D.
Il problema è che alcuni aspetti della nota hanno creato una certa confusione e non risolvono alla base alcuni problemi.

Vitamina D, la nota dell’AIFA

E’ polemica intorno alla Nota 96, il particolare provvedimento rilasciato dall’AIFA in merito alla vitamina D.
Federfarma ha quindi avviato un’interlocuzione con il Ministero per chiarire la situazione e capire come muoversi in merito a tale provvedimento.
I l problema principale verte sul capire quando può essere prescritta a carico del SSN (Sistema sanitario nazionale), e quando no. Quali sono, quindi, i medicinali che rientrano nella prevenzione e trattamento della carenza di Vitamina D” (colecalciferolo, colecalciferolo/sali di calcio, calcifediolo)?

Introduzione

Hai deciso di assumere la vitamina D, ma non sai come? E allora facciamo un po’ di chiarezza, ma ricorda:

  • mi riferirò esclusivamente alla popolazione adulta,
  • raccomando prima di assumere qualunque cosa di valutarlo con il proprio farmacista o con il proprio medico,
  • questo contenuto è redatto a solo scopo divulgativo.

Quale integratore di vitamina D comprare?

In commercio esistono un’infinità di formulazioni differenti… gocce, perle, tavolette, spray, … sostanzialmente non ci sono grosse differenze, è possibile scegliere quella che si preferisce, a patto di ricordare tre punti importanti:

  1. è preferibile affidarsi a marche conosciute e affidabili, magari facendovi consigliare da medico o farmacista di fiducia,
  2. acquistando un integratore si sceglie anche la dose che si andrà ad assumere (gocce a parte, che permettono un dosaggio più granulare),
  3. a meno di esigenze specifiche e motivate eviterei l’acquisto di integratori contenenti anche altre vitamine o minerali.

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 Vitamina D3 e K2

In passato si consigliava di assumere la vitamina D associata alla vitamina K, ma salvo situazioni particolari individuate dal medico si ritiene che non ci sia ragione di integrarla alle dosi comunemente presenti negli integratori.

Vitamina D2 o D3? Ergocalciferolo o Colecalciferolo?

Gli integratori di vitamina D possono contenerla in due diverse forme, D2 e D3.

Se siete vegani sappiate che la D2 (Ergocalciferolo) è sempre di origine vegetale, mentre la D3 (Colecalciferolo) potrebbe avere origine vegetale o animale a seconda della scelta del produttore.

In assenza di esigenze questo punto di vista è sostanzialmente possibile scegliere quella che si preferisce, con le avvertenze sottolineate in precedenza; i pareri sulla loro efficacia non sono propriamente umanimi,

  • qualcuno le considera equivalenti,
  • qualcuno segnala alcuni dati in letteratura che sembrerebbero giustificare una preferenza verso la D3, ma si tratta di studi che hanno confrontato dosi non perfettamente sovrapponibili al nostro caso.

Vitamina D e dosaggio giornaliero: che dose assumere?

Una premessa importante: le dosi possono essere misurate in microgrammi o unità internazionali, la corrispondenza è 1 mcg = 40 UI e sono in genere riportate entrambe sulle diverse confezioni.

Lasciando ovviamente da parte i casi di accertata carenza, di esclusiva pertinenza medica, la scelta migliore è di farsi comunque consigliare dal proprio curante (ci sono casi particolari, ad esempio i pazienti in sovrappeso ed obesi hanno necessità maggiori in termini di dose), ma in ogni caso è possibile farsi un’idea almeno dell’ordine di grandezza:

  • I valori nutrizionali di riferimento, i famosi VNR o RDA americani che è possibile trovare sulle etichette, raccomandano almeno 5 mcg (200 UI) al giorno.
  • I LARN italiani, nel riportare i livelli di assunzione di riferimento, indicano un fabbisogno raccomandato giornaliero di 15 mcg (600 UI) di vitamina D da TUTTE le fonti (sole, alimentazione e integratori), che diventano 20 mcg dai 75 anni.
  • La dose giornaliera limite per la formulazione di integratori alimentari in Italia, che non richiedono quindi ricetta medica, è pari a 50 mcg (2000 UI).
  • L’NHS inglese, sostanzialmente il corrispondente Ministero della Salute, consiglia nei soggetti a rischio carenza un’assunzione giornaliera di 10 microgrammi al giorno (400 UI) e considera come limite massimo 100 mcg al giorno (4000 UI), esattamente come i nostri LARN.
  • L’Accademia della Nutrizione, progetto portato avanti dalla Società Scientifica di Nutrizione Vegetariana SSNV, alza un po’ il tiro (in considerazione anche che la dieta vegetariana è sostanzialmente priva di vitamina D, salvo alimenti fortificati), e consiglia una dose di mantenimento pari a 25 mcg (1000 UI) al giorno.

Quindi? Cosa scegliere? In genere le dosi proposte dagli integratori di libera vendita sono ragionevolmente sicure, ma farsi consigliare da un professionista in base alla propria situazione personale è sicuramente la scelta migliore.

È peraltro necessario ricordare che se una giusta dose fa bene, una dose più alta non fa necessariamente meglio, ci sono rischi di sovradosaggio da non sottovalutare. A questo proposito segnalo che si trovano in commercio integratori con dosi superiori ai 50 mcg giornalieri, perché poi la posologia consigliata prevede l’assunzione di mezza compressa. È probabile che in rapporto siano più convenienti, ma è molto importante leggere sempre la posologia sulla confezione, di cui ne è un tipico esempio il seguente

  • € 12,50

    EUR 15,29 -18%

  • € 10,09

    EUR 12,90 -22%

  • € 20,90

    EUR 29,00 -28%

Ogni quanto assumere vitamina D?

Se in passato c’era la tendenza a caricare il paziente con dosi di attacco molto aggressive, almeno in caso di carenza, con somministrazioni una volta al mese o addirittura 1-2 volte l’anno, oggi si preferisce quando possibile optare per un’assunzione giornaliera o al limite a giorni alterni (ovviamente cambia la dose).

Come prendere la vitamina D?

Questo è un aspetto tanto fondamentale quanto trascurato: la vitamina D va assunta durante o subito dopo il pasto principale, o comunque un pasto, perché richiede la presenza di grassi a livello intestinale per poter essere assorbita efficacemente; in caso di assunzione a stomaco vuoto verrebbe in gran parte espulsa con le feci.

Dibase, perché con il pane?

In caso di assunzione del farmaco DiBase è probabile che il medico abbia consigliato di contare le gocce su un po’ di pane e la spiegazione è proprio quella appena data, essendo una vitamina liposolubile necessità di essere assunta con il cibo, preferibilmente durante o dopo il pasto principale.

Quando si assume la vitamina D? Per quanto tempo?

Altra domanda complicatissima a cui rispondere: impossibile generalizzare e quindi meglio sentire il medico, ma tendenzialmente la scelta è fra coprire esclusivamente i periodi a rischio carenza, ad esempio i mesi invernali, oppure tutto l’anno in assenza di un’adeguata esposizione al sole. È tuttavia importante ricordare che facendo il pieno d’estate, magari grazie ad una settimana di esposizione al mare ed in seguito si continua ad avere una ragionevole esposizione, magari praticando attività fisica, un’integrazione potrebbe essere superflua.

In caso di dubbio, al limite, con un dosaggio nel sangue della vitamina D si ottiene immediatamente la risposta.

Fonti e bibliografia

  • Valori Nutrizionali di Riferimento
  • LARN
  • Apporti giornalieri di vitamine e minerali ammessi negli integratori alimentari 
  • NHS
  • Accademia della Nutrizione
  • D2 o D3?

Quanta vitamina D in estate?

Il fototipo I con sole abbastanza alto, senza filtri solari, in costume, assume circa 15000 UI (Unità Internazionali) di vitamina D in 15/20 minuti. La giusta dose di vitamina D è garantita molto prima di scottarsi: basta metà del tempo necessario al primo arrossamento per raggiungere il dosaggio giornaliero.

In quale periodo dell'anno si prende la vitamina D?

Per questo motivo dovremmo prendere molto sole in estate e, per così dire, fare scorta di vitamina D. La vitamina D, che viene conservata nel grasso, può essere poi consumata durante i mesi invernali poco soleggiati.

Quale vitamine prendere in estate?

Fanno parte di questo gruppo: B1, B2, B3, B5, B6, B8 o biotina, B9 o acido folico, B12, C o acido ascorbico. liposolubili, che sono invece potenzialmente accumulate dal nostro corpo e, all'occorrenza, rilasciate in piccole dosi. In questo gruppo sono incluse: vitamina A o retinolo, D (D2 e D3), E, K, F, Q o ubiquinone.

Cosa succede se si prende molta vitamina D?

L'eccesso di vitamina D può provocare una calcificazione diffusa a livello dei vari organi, con conseguente vomito, diarrea e spasmi muscolari.

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