Preghiere sulla fede di don tonino bello

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Una preghiera, che prende spunto da un’antica leggenda su angeli con un’ala sola che possono volare soltanto se abbracciati…

Voglio ringraziarti, Signore, per il dono della vita. Ho letto da qualche parte che gli uomini sono angeli con un’ala soltanto: possono volare solo rimanendo abbracciati.

A volte, nei momenti di confidenza, oso pensare, Signore, che anche tu abbia un’ala soltanto. L’altra, la tieni nascosta: forse per farmi capire che anche tu non vuoi volare senza di me.

Per questo mi hai dato la vita: perché io fossi tuo compagno di volo.

Insegnami, allora, a librarmi con te.

Perché vivere non è “trascinare la vita”, non è “strappare la vita”, non è “rosicchiare la vita”.

Vivere è abbandonarsi, come un gabbiano, all’ebbrezza del vento.

Vivere è assaporare l’avventura della libertà.

Vivere è stendere l’ala, l’unica ala, con la fiducia di chi sa di avere nel volo un partner grande come te!

Ti chiedo perdono per ogni peccato contro la vita.

Anzitutto, per le vite uccise prima ancora che nascessero. Sono ali spezzate. Sono voli che avevi progettato di fare e ti sono stati impediti. Viaggi annullati per sempre. Sogni troncati sull’alba.

Ma ti chiedo perdono, Signore, anche per tutte le ali che non ho aiutato a distendersi. Per i voli che non ho saputo incoraggiare. Per l’indifferenza con cui ho lasciato razzolare nel cortile, con l’ala penzolante, il fratello infelice che avevi destinato a navigare nel cielo. E tu l’hai atteso invano, per crociere che non si faranno mai più.

Aiutami ora a planare, Signore.

A dire, terra terra, che l’aborto è un oltraggio grave alla tua fantasia. E un crimine contro il tuo genio. E un riaffondare l’aurora nelle viscere dell’oceano. È l’antigenesi più delittuosa. È la “decreazione” più desolante.

Ma aiutami a dire, anche, che mettere in vita non è tutto. Bisogna mettere in luce. E che antipasqua non è solo l’aborto, ma è ogni accoglienza mancata. E ogni rifiuto del pane, della casa, del lavoro, dell’istruzione, dei diritti primari.

Antipasqua è la guerra: ogni guerra.

Antipasqua è lasciare il prossimo nel vestibolo malinconico della vita, dove “si tira a campare”, dove si vegeta solo. Antipasqua è passare indifferenti vicino al fratello che e rimasto con l’ala, l’unica ala, inesorabilmente impigliata nella rete della miseria e della solitudine. E si è ormai persuaso di non essere più degno di volare con te.

Soprattutto per questo fratello sfortunato dammi, o Signore, un’ala di riserva.

Mons. Tonino Bello

(da Alla Finestra la speranza. Lettere di un vescovo, 1988, pp. 173-174)

La popolarità di don Tonino Bello non è mai venuta meno, tuttavia la visita del Papa ai suoi luoghi nel 25° dalla sua morte, ha riacceso i riflettori su questo vescovo noto anche per i suoi scritti spirituali. Qui ne raccolgo alcuni presenti on-line.


"Il laico è colui che porta la veste battesimale nei cantieri e la tuta di lavoro in chiesa"
“Donaci, Signore, la forza di frantumare tutte le tombe in cui la prepotenza, l’ingiustizia, l’egoismo, il peccato, la solitudine, la malattia, il tradimento, la miseria, l’indifferenza hanno murato gli uomini vivi”. 

"Se la fede ci fa essere credenti,

e la speranza ci fa essere credibili,

è solo la carità che ci fa essere creduti".

 Cambiare la storia 

Chi spera cammina,

non fugge!

Si incarna nella storia!

Costruisce il futuro,

non lo attende soltanto!

Ha la grinta del lottatore,

non la rassegnazione di chi disarma!

Ha la passione del veggente,

non l'aria avvilita di chi si lascia andare.

Cambia la storia, non la subisce!

Vedi anche: 

Don Tonino Bello, Avvento e Natale. Oltre il futuro (citazioni)


Qumran ne propone addirittura un centinaio:

Sull'AVVENTO:
L'Avvento in terra, l'Avvento in cieloÈ Avvento Il significato dell'Avvento 
Sul NATALE:
Auguri di Natale non in serie
Andiamo fino a Betlemme (versione completa)
Andiamo fino a Betlemme (versione breve)
Natale: percepire il passo del Signore 
Buon Natale, amico mio
Buon Natale, tanti auguri... scomodi! 
SUL FINE ANNO:
Ringraziamento fine anno (versione breve) 
Ringraziamento fine anno (versione lunga) 
SULLA QUARESIMA:
La segnaletica del Calvario 
Coraggio, fratello
Un pieno di gioia (Messaggio in occasione dell'inizio della Quaresima - 22 febbraio 1993)
Dalla testa ai piedi 

 A coloro che soffrono nel corpo
Una Croce...
La Croce: collocazione provvisoria 

SULLA PASQUA:
Auguri pasquali di Don Tonino bello 
I piedi del Risorto
Irrompe la Pasqua! 
Il Calvario tre giorni dopo
Pasqua, festa dei macigni rotolati 

 Voglia di camminare

SU MARIA:
Vergine dell'attesa (versione lunga)Vergine dell'attesa (versione breve)Maria, donna innamorataMaria donna del piano superioreMaria, donna del Sabato santo Maria donna del terzo giornoMaria donna coraggiosa Maria, donna del silenzioSanta Maria, Vergine del meriggioMaria donna bellissimaMaria, donna di parte Santa Maria donna del riposo Maria, donna dei nostri giorni Maria, donna del pane Santa Maria, donna del riposo, donaci il gusto della domenicaSalve Regina donna missionariaMaria donna in camminoMaria donna di frontiera Maria, donna accoglienteSanta Maria Vergine della seraSanta Maria, vergine del mattinoMaria, donna obbedienteSanta Maria, donna senza retoricaSanta Maria, donna del vino nuovo (versione lunga)

Santa Maria, donna del vino nuovo (versione breve) 
Santa Maria, compagna di viaggio
Santa Maria, Vergine della notte
Nel cuore e nel corpo

SU GIUSEPPE:
Il coraggio di Giuseppe
Lettera a Giuseppe
SUI POVERI:
Lettera a coloro che si sentono falliti 
Lettera a Massimo, ladro zingaro ammazzato

Occhi nuovi 
Lettera al "fratello marocchino"
Educazione alla povertà

SULLO SPIRITO SANTO:
Spirito Santo, dono del Cristo morente
Invocazione allo Spirito (versione lunga)

Invocazione allo Spirito (versione breve)
Spirito Santo, torna a parlarci
Spirito di Pentecoste, ridestaci l'altro
Spirito di Dio, fa' della tua chiesa...
Spirito Santo, dono del Cristo morente

SULLA TRINITA':
Uno per uno fa sempre uno.
Verso la Pasqua, casa della Trinità
SULLA PACE:
Le tappe della pace 

La pace come cammino
La pace come perdono
Non scommettere su una pace...

SUL CATECHISMO:
L'esperienza che si fa messaggio

Le beatitudini del catechista
Vivere di te (Preghiera del Catechista) 

SUI SACERDOTI:
Dignità sacerdotale Preghiera per i presbiteri

Stola e grembiule (versione lunga) 
Stola e grembiule (versione breve)

ALTRE PREGHIERE:
Caro Gesù, ho faticato non poco a trovarti...

Ai suoi amici il Signore dà il pane nel sonno 
Il viaggio 
Solo quando avremo taciuto 
Angeli con un'ala soltanto

VARIE:
A coloro che non trovano pace
La bisaccia del cercatore
Le beatitudini oggi
ContemplaTTivi 
Vivere da innamorati...

Fare spreco di generosità
Semplicemente santi
Ti auguro un'oasi di pace
Il tuo nome
Dio viene dal futuro

Aleteia propone 8 frasi di don Tonino "che inchiodano le nostre coscienze".

Vedi anche la VIA CRUCIS con le meditazioni di don Tonino Bello

GRAZIE, SIGNORE

Signore, ti ringrazio perché mi hai messo al mondo:

aiutami perché la mia vita

possa impegnarla per dare gloria a te e ai miei fratelli.

Ti ringrazio per avermi concesso questo privilegio:

perché tra gli operai scelti, tu hai preso proprio me.

Mi hai chiamato per nome

perché io collabori con la tua opera di salvezza.

Grazie perché il mio letto di dolore è fontana di carità,

è sorgente di amore.

Di amore per te, anche di amore per tutti i fratelli.

Signore, io seguo te più da vicino, in modo più stretto.

Voglio vivere in un legame più forte

per poter essere più pronto a darti una mano,

più agile perché i miei piedi che annunciano la pace sui monti

possano essere salutati da chi sta a valle.

Concedimi il gaudio di lavorare in comunione

e inondami di tristezza ogni volta che, isolandomi dagli altri,

pretendo di fare la mia corsa da solo.

Salvami, Signore, dalla presunzione di sapere tutto.

Dall’arroganza di chi non ammette dubbi.

Dalla durezza di chi non tollera i ritardi.

Dal rigore di chi non perdona le debolezze.

Dall’ipocrisia di chi salva i principi e uccide le persone.

Toccami il cuore e rendimi trasparente la vita,

perché le parole, quando veicolano la tua,

non suonino false sulle mie labbra.

PREGHIERA PER I SACERDOTI
Spirito del Signore, dono del Risorto agli apostoli del cenacolo, 
gonfia di passione la vita dei tuoi presbiteri. 
Riempi di amicizie discrete la loro solitudine. 
Rendili innamorati della terra, e capaci di misericordia per tutte le sue debolezze. 
Confortali con la gratitudine della gente e con l’olio della comunione fraterna. 
Ristora la loro stanchezza, perché non trovino appoggio più dolce per il loro riposo se non sulla spalla del Maestro.
Liberali dalla paura di non farcela più. 

Dai loro occhi partano inviti a sovrumane trasparenze. 
Dal loro cuore si sprigioni audacia mista a tenerezza. 
Dalle loro mani grondi il crisma su tutto ciò che accarezzano. 
Fa’ risplendere di gioia i loro corpi. 
Rivestili di abiti nuziali. E cingili con cinture di luce. 
Perché, per essi e per tutti, lo sposo non tarderà.

IL SOLE DI BARTIMEO

Una mattina, sono entrato in casa di un cieco, di nome Bartolomeo. I familiari l’avevano messo a sedere vicino alla finestra, quando improvvisamente, felice per le attenzioni riservategli, ha esclamato: “Oggi c’è il sole: non lo vedo ma lo sento!”.

Quella frase, registrata nell’archivio delle mie memorie più belle, ve la ripropongo quale stimolo simbolico per la vostra vita di ogni giorno.

Il Signore, come il sole di Bartolomeo, è difficile vederlo; ma non è impossibile sentirlo!

E io vi auguro che ne avvertiate la presenza, oltre che nella riscoperta di un rapporto più personale con lui, anche nel calore di una solidarietà nuova, nel fremito di speranze audaci, nel rischio di scelte coraggiose coltivate insieme.

Ma soprattutto vi auguro che dalla vostra comunità si sprigioni un tale sapore di Vangelo, che ogni cieco di passaggio, fermandosi sui vostri limitare, possa dire: “Il Signore, io non lo vedo; ma qui, in mezzo a voi, lo sento”.

«La pace richiede lotta, sofferenza, tenacia.
Esige alti costi di incomprensione e di sacrificio.
Rifiuta la tentazione del godimento.
Non tollera atteggiamenti sedentari.
Non annulla la conflittualità.
Non ha molto da spartire con la banale "vita pacifica".
Sì, la pace prima che traguardo, è cammino.
E, per giunta, cammino in salita.
Vuol dire allora che ha le sue tabelle di marcia, i suoi ritmi, i suoi percorsi preferenziali e i suoi tempi tecnici, i suoi rallentamenti e le sue accelerazioni.
Forse anche le sue soste.
Se è così, occorrono attese pazienti.
E sarà beato, perché operatore di pace,
non chi pretende di trovarsi all'arrivo senza essere mai partito, ma chi parte».

Vedi anche: "DONNA, NON PIANGERE" da una omelia inedita del 1968 pubblicata dall'Osservatore Romano

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