Note: Il Martirologio Romano mette la festa il 30 luglio. Normalmente il santo o il beato si ricorda nel giorno della morte a meno che per motivi liturgici o pastorali segnalati da chi ha la responsabilità e valutati dal Maestro delle Cerimonie liturgiche prima della beatificazione o canonizzazione non stabilisca diversamente. Nel caso di san Leopoldo è stato chiesto, dopo la canonizzazione, la festa nel giorno non della morte ma della nascita (12 maggio), data nella quale è festeggiato dall’Ordine dei Fancescani Cappuccini. S. Leopoldo Mandic Innamorati di Maria Leopoldo nacque a Castelnovo I (Herceg-Novi) alle Bocche di Cattaro (Kotor) il 12 maggio 1866, undecimo dei dodici figli della pia e laboriosa famiglia croata di Pietro Mandic e di Carlotta Carevic. Al battesimo ricevette il nome di Bogdan (Adeodato) Giovanni. Suo bisnonno paterno Nicola Mandic era oriundo da Poljica, nell’arcidiocesi di Spalato (Split), dove i suoi antenati – ” signori Bosniaci ” – erano venuti dalla Bosnía, nel lontano secolo XV. Fin da ragazzo, Bogdan dimostrò un carattere forte, ma si rivelò in lui anche una spiccata pietà, la nobiltà d’animo e l’impegno nella
scuola. Presto egli si sentì portato alla vita religiosa. A Castelnovo in quel tempo prestavano la loro opera i PP. Cappuccini della Provincia Veneta, e Bogdan maturò la decisione di entrare nell’Ordine dei Cappuccini. Fu accolto prima nel seminario serafico di Udine e poi, diciottenne, il 2 maggio 1884 – a Bassano del Grappa (Vicenza) – vestì l’abito religioso, ricevendo il nuovo nome di fra Leopoldo e impegnandosi a vivere la regola e lo spirito di s. Francesco d’Assisi. Continuò gli studi
filosofici e teologici a Padova e a Venezia, dove – nella basilica della Madonna della Salute – fu ordinato sacerdote, il 20 settembre 1890. Sin dal 1887, fra Leopoldo si era sentito chiamato, più volte e ” chiaramente “, a promuovere l’unione dei cristiani orientali separati con la Chiesa cattolica. Ma come realizzare questa vocazione? Causa l’esile costituzione fisica e un difetto di pronuncia, non poté dedicarsi alla predicazione. I superiori pertanto lo destinarono a servizio delle anime,
quale ministro della riconciliazione. Fu confessore in varie città: Venezia, Zara, Bassano del Grappa, Thiene al santuario della Madonna dell’Olmo e, dall’ottobre 1909, a Padova. Nel 1923 fu trasferito a Fiume (Rijeka), ma dopo poche settimane, su insistenti richieste dei Padovani, ebbe l’ordine di ritornare nella loro città, dove rimase fino alla morte, 30 luglio 1942. Nel 1942 lo portano in ospedale trova modo di confessare anche lì. Gli riscontrano però un tumore allesofago. Torna allora in convento e muore il 30 luglio 1942, dopo aver tentato ancora di vestirsi per la Messa. E via via, come ha detto Paolo VI beatificandolo nel 1976, “la vox populi
sulle sue virtù, invece che placarsi col passare del tempo, si è fatta più insistente, più documentata e più sicura”. Il Martirologio Romano mette la festa il 30 luglio. Normalmente il santo o il beato si ricorda nel giorno della morte a meno che per motivi liturgici o pastorali segnalati da chi ha la responsabilità e valutati dal Maestro delle Cerimonie liturgiche prima della beatificazione o canonizzazione non stabilisca diversamente. Nel caso di san Leopoldo è stato chiesto, dopo la canonizzazione, la festa nel giorno non della morte ma della nascita (12 maggio). http://www.santibeati.it/dettaglio/52950 Frasi di San Leopoldo Mandic – Quando il Padrone Iddio ci tira per la briglia, direttamente o indirettamente, lo fa sempre da Padre, con infinita bontà. Cerchiamo di comprendere questa mano paterna che con infinito amore si degna di prendersi cura di noi. – Non c’è tradimento che si uguagli al tradimento dell’affetto nel matrimonio. – L’amore di Gesù, non si stanca di ripetere, è un fuoco che viene alimentato con la legna del sacrificio e l’amore della croce; se non viene nutrito così, si spegne. – Venne chiesto un giorno a Padre Leopoldo: Padre, come capisce lei le parole del Signore: Che colui che vuol seguirmi, prenda tutti i giorni la sua croce? Dobbiamo per questo fare penitenze straordinarie? – Non è il caso di fare penitenze straordinarie, rispose. Basta che sopportiamo con pazienza le tribolazioni ordinarie della nostra misera vita: le incomprensioni, le ingratitudini, le umiliazioni, le sofferenze occasionate dai cambiamenti di stagione e dell’atmosfera in cui viviamo… – Abbiamo in Cielo il cuore di una madre. La Vergine, nostra Madre, che ai piedi della Croce ha provato tutta la sofferenza possibile per una creatura umana, comprende i nostri guai e ci consola. – O Dio, Padre onnipotente, tu hai arricchito san Leopoldo con l’abbondanza della tua grazia; concedi a noi, per sua intercessione, di vivere nell’abbandono alla tua volontà, nella speranza della tua promessa, nell’amore della tua presenza. – O Dio, tu manifesti la tua onnipotenza soprattutto nella misericordia e nel perdono e hai voluto che san Leopoldo ne fosse tuo fedele testimone; per i suoi meriti, concedi a noi di celebrare, nel sacramento della Riconciliazione, la grandezza del tuo amore. – O Dio nostro Padre, in Cristo tuo Figlio, morto e risorto, hai redento ogni nostro dolore e hai voluto san Leopoldo paterna presenza di consolazione; infondi nelle nostre anime la certezza della tua presenza e del tuo aiuto. – O Dio, fonte di comunione per tutti i tuoi figli, tu hai voluto Cristo unico pastore della tua Chiesa; per l’intercessione di san Leopoldo, silenzioso profeta dell’ecumenismo spirituale, infondi in noi il tuo Spirito, perché sappiamo pregare e donare la vita per l’unità di tutti i credenti in te. – O Dio, tu hai voluto Maria madre di Cristo e della Chiesa e hai allietato la vita di san Leopoldo con una tenera devozione alla Madonna; consola la nostra vita con la grazia della sua bontà materna. – O Dio, Signore glorioso e Padre della vita, affidiamo al tuo amore le nostre speranze e le nostre preghiere; per l’intercessione di san Leopoldo guarda con benevolenza ai tuoi figli ed esaudisci le nostre umili domande. |