Tesi di laurea accademia di belle arti

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Al termine del corso di studi, dopo aver superato tutti gli esami previsti dal piano di studi e le prove di idoneità richieste, la studentessa/lo studente è tenuto a sostenere una prova finale composta da una tesi teorica e da un progetto artistico, entrambi afferenti agli ambiti disciplinari seguiti durante il corso.

Alla prova finale saranno attribuiti i crediti formativi previsti dal proprio piano di studi.

Procedure e modulistica 

La tesi teorica e la natura degli elaborati finali della tesi pratica devono essere concordati con le/i docenti che svolgono il compito di relatrici/relatori, rispettivamente una/uno per tesi.

La/lo studentessa/studente deve aver sostenuto almeno un esame inerente alla disciplina oggetti di tesi di laurea.

Iniziare il percorso di tesi

Sei mesi prima della sessione di tesi la/lo studentessa/studente deve fare richiesta alle/ai due relatrici/relatori e consegnare l’apposito modulo alla/al coordinatrice/coordinatore di corso (Modulo di richiesta dell’esame di diploma).

L’argomento e il titolo della tesi teorica sono concordati con la/il docente che svolge il compito di relatrice/relatore.

Nel modulo di richiesta dell’esame di diploma la/lo studentessa/studente indica:

  • Titolo provvisorio della tesi teorica;
  • Titolo provvisorio della tesi progettuale;
  • Firme delle/dei due relatrici/relatori delle tesi e della/del coordinatrice/coordinatore dei corsi.  

Sostenere entro il primo appello della sessione di tesi gli esami rimanenti. Si ricorda che durante la sessione d’esame straordinaria è possibile sostenere un massimo di 2 esami e non si deroga da quanto deliberato.  

Un mese prima della sessione di tesi:

  • Accertarsi che la/il relatrice/relatore e la/il referente del progetto pratico diano l’approvazione per accedere alla discussione di diploma con l’apposito modulo;
  • Consegnare al referente di Segreteria Didattica (vedi sotto - contatti):
    • Libretto esami (scansione);
    • Allegato 4 (vedi dowload) in cui si esprime il consenso alla consultazione della tesi e autocertificazione di restituzione di eventuali libri in prestito alla Biblioteca;
  • Deve inoltre registrare su Isidata l’attestazione di versamento della tassa di Diploma di € 90,84
    • sul c/c postale n.1016, intestato al Centro operativo Agenzia delle Entrate di Pescara;
    • oppure sul conto corrente IBAN: IT45 R 0760103200 000000001016 (Poste italiane, Codice BIC/SWIFT: area euro BPPIITRRXXX, area non euro POPOIT22XXX), intestato all’AGENZIA DELLE ENTRATE – CENTRO OPERATIVO DI PESCARA indicando nella causale “Tassa di diploma - Accademia di Belle arti”.

Dieci giorni prima della discussione:

La/lo studentessa/studente consegna le due tesi in versione definitiva e digitale alla Commissione in una Classroom dedicata in cui sarà inserito anche la/il referente di segreteria didattica.

Le date e i calendari per la sessione di tesi saranno pubblicate sul sito istituzionale www.ababo.it

N.B. Per il Dipartimento di Arti Visive e per il Corso di Linguaggi del cinema e dell’audiovisivo le/i relatrici/relatori del progetto pratico saranno solamente i docenti d’indirizzo.

Scarica tesi arti grafiche accademia delle belle arti e più Tesi di laurea in PDF di Storia Dell'arte solo su Docsity! INTRODUZIONE L’idea di incentrare la mia ricerca sulla decorazione dell’arte ceramica è nata dalla passione maturata nel corso della mia esperienza artistica. Le arti decorative e il design hanno da sempre, in ogni nazione, tradizioni uniche, atte stimolare la realizzazione di oggetti originali ed unici, ma anche di produzione seriale, in particolare per la ceramica. Queste tradizioni forniscono una base per nuovi sviluppi, stimolano parallelismi e opportunità di scambio di idee. Ciò permette nuove possibilità di crescita, nuova creatività e sviluppo tecnologico, innovazioni che aiutano a preparare la strada per il futuro. L’antica arte dei vasai e, ancora prima, la necessità della produzione di oggetti d’uso, resi funzionali e contemporaneamente anche decorativi, ha un suo spazio e un ruolo preciso sin dalle origini dell’uomo. Anzi, è molto interessante vedere nei reperti di carattere preistorico che, a fianco delle forme semplici e cave, compare la necessità di un intervento di superficie, configurabile come decorazione atta all’abbellimento o alla caratterizzazione del manufatto, nella comprensibile idea di poterlo fin da allora personalizzare. Nei secoli e nelle differenti culture, quest’arte si è espressa continuamente, non di rado coincidendo con l’oggetto di tipo artigianale e connesso ad una produzione, se bene manuale, di serie. Non solo, ma nei vari luoghi, le espressioni si sono identificate in oggetti con forme diverse e soprattutto con tipologie tecnologiche distinte. È in questo senso che il vasto panorama spazia dalle terrecotte alla porcellana. L’attualità della ceramica artistica, in essa comprese le espressioni della scultura, della figurazione, dell’oggettistica d’arte, degli elementi decorativi plastici, necessita di una vasta visibilità e permette di fornire i parametri di leggibilità nei confronti delle altre arti, consentendo, al visitatore e allo studioso la creazione di passerelle fra differenti punti e campi di operatività. La grande tradizione e professionalità tipica dell’Italia nel settore delle arti e dei mestieri, in essa comprese le specifiche memorie tecniche di lavorazione legate a tutte le arie disciplinari dell’artigianato, ha consentito di travasare questa preziosa esperienza nell’incontenibile sviluppo industriale degli anni Sessanta, allorquando il prodotto, ipotizzato per il singolo o per pochi, poteva divenire un bene per tutti. Nel campo specifico della ceramica, quest’esperienza è stata vissuta in forma analoga agli altri settori: l’ambito della modulistica, dei laterizi ad uso architettonico, delle piastrelle, delle stoviglierie, dell’oggettistica di arredo degli interni, nonché la vasta area dei sanitari, ha subito, nella seconda metà del Novecento, una profonda trasformazione connessa alla quantità di serie, con l’adeguamento degli impianti e delle tecnologie ai ritmi delle nuove esigenze produttive. Per rispondere alle necessità, come in ogni altro settore, si è a questo punto innescato il problema del rinnovo estetico dei manufatti, dando largo spazio alla ricerca e quindi all’attività creativa di disegnatori, ceramisti, designers, progettisti e architetti. L’oggetto di design non è infatti il più prezioso, il più bello, il più stilisticamente azzeccato, il più funzionale, il più economico dei prodotti, ma è il risultato dell’esatto equilibrio di tutte queste e di altre componenti, in cui ciascuna di esse contribuisce alla delineazione dell’oggetto di serie. L’abbinamento, quindi, d’oggetto eseguito a regola d’arte e manufatto di ricerca sarebbe il punto ideale di esposizione. Creatività, fantasia, arte, design, ricerca, tecnologia, innovazione. Questa è la ceramica del 2000. CAPITOLO I “L’ARTE DELLA CERAMICA” dalla nascita al XX secolo PAGE 4 I. I Etimologia e definizione del termine “ceramica” Il termine ceramica fu citato, ed introdotto per la prima volta nelle lingue moderne, in un testo del 1758 dell’archeologo Giovan Battista Passeri, sotto l’espressione di κεραµικη τεχνη(keramike tecnhe), che significa “arte vasaria”, derivante dal termine greco κεραµοσ (kéramos), tradotto nell’italiano “argilla”. Andando a ritroso nel tempo, infatti, nel primo trattato di ceramica pratica scritto nel 1548 da un tale Cipriano Piccolpasso, non si riscontra l’utilizzo di questo termine, ma ci si limita a parlare della cosiddetta “arte del vassaio”. D’altronde la parola ceramica è sempre stata legata al binomio vaso-argilla, essendo quest’arte definibile antica quanto l’uomo. Il concetto, in effetti, affonda le sue radici fin nei tempi più remoti della civiltà, avendo qualcuno affermato che il primo ceramista dell’universo è stato Dio; quest’affermazione prende infatti a citazione la Bibbia che, nella Genesi, racconta che “il Signore Dio modellò l’uomo con la polvere del terreno e soffiò nelle sue narici un alito di vita”. La ceramica deriva, quindi, della materia stessa della terra ed è per questo che la si può definire come il risultato dell’alterazione intenzionale di una materia prima, l’argilla, in un prodotto con qualità specifiche diverse ed una forma determinata. Per un’ulteriore e più pratica definizione, possiamo affermare che per ceramica s’intende qualsiasi oggetto, prodotto dall’uomo, composto con materie inorganiche, non metalliche, foggiate a temperatura ambiente e consolidate a caldo. I. II Composizione e classificazione della materia prima L’argilla è un materiale eterogeneo di origine sedimentaria, composto in sostanza da minerali argillosi, ossia silicati, idrati di alluminio, con forte legame tra il silicio e l’ossigeno, ma anche da minerali non argillosi, quali quarzo, feldspati, plagioclasi, calcite, silicati diversi, ossidi ed idrossidi di ferro e sostanze organiche. I principali minerali argillosi appartengono a quattro gruppi essenziali, tra cui la caolinite, l’illite e la clorite. La loro caratteristica principale è quella di assorbire acqua, di modificarsi a crudo in una massa malleabile facile a plasmarsi e di mantenere la nuova forma e la compattezza anche dopo l’essiccamento e la cottura. Dal punto di vista mineralogico presentano una struttura a lamelle piatte, che in presenza d’acqua si dilatano e scivolano una a fianco all’altra: questo fenomeno viene definito plasticità. Durante la cottura questa struttura è sottoposta ad una serie di reazioni chimiche e fisiche irreversibili, che la rendono stabile e di conseguenza non più modificabile. Estremamente importante e funzionale è la sua predisposizione all’impermeabilità, in quanto gli strati superficiali, assorbendo acqua, senza dar luogo a reazioni chimiche, ne ostacolano la sua diffusione internamente. Infine caratteristica rilevante è il suo buon grado di refrattarietà, ossia la caratteristica di sopportare alte temperature(fino a circa 1100°) senza perdere solidità. Tra i minerali non argillosi, invece, il quarzo e il feldspato, possono essere presenti nell’argilla o aggiunti successivamente. Il quarzo ha la proprietà di attenuare il ritiro della pasta durante l’essiccazione e la cottura, mentre il feldspato funge da fondente, ossia permette di abbassare la temperatura di cottura dell’impasto, facilitandone il processo di vetrificazione. Le argille sono suddivisibili in vari tipi, a seconda del tipo di impasto e di impiego: avremo dunque le terrecotte, le refrattari, le faenze, le terraglie, le gres, e le porcellane. PAGE 4