Pensione di reversibilità da genitore a figlio

Chi può avere e in quale misura il trattamento economico erogato dall’Inps ai superstiti del defunto che prende o sta per prendere l’assegno previdenziale

Pensione di reversibilità, a chi spetta? Al coniuge o ai figli? La pensione di reversibilità è il trattamento economico riconosciuto dall’Inps riservato ai familiari di un pensionato deceduto e consiste nel pagamento mensile di una quota percentuale della pensione del defunto ricorda laleggepertutti.it. Il trattamento, però, viene erogato a determinate condizioni. Le riforme che si sono succedute nel tempo e le varie sentenze dei tribunali e della Corte costituzionale (come quella di inizio aprile 2022), hanno disegnato un quadro piuttosto ampio di beneficiari che comprende da quello più scontato (la vedova del pensionato) a quello finora maggiormente escluso (l’ex coniuge divorziato). Vediamo come funziona questo trattamento e chi ha diritto alla pensione di reversibilità.

Pensione di reversibilità: quando spetta?

La pensione di reversibilità viene riconosciuta ai familiari superstiti di un pensionato deceduto che, al momento della sua scomparsa, percepiva un trattamento previdenziale diretto o era in corso di liquidazione.

Pensione di reversibilità: a chi spetta?

Oltre al coniuge e ai partner delle unioni civili, la pensione di reversibilità spetta anche ai figli legittimi, naturali, riconosciuti, dichiarati o adottivi che siano:

minorenni;

inabili al lavoro;

maggiorenni fino a 21 anni se studenti o iscritti a corsi professionali;

maggiorenni fino a 26 anni se iscritti all’università o, nelle stesse condizioni, ai nipoti, anche non conviventi con il defunto, e anche maggiorenni se orfani inabili al lavoro, purché a carico come sostentamento continuativo.

In mancanza di coniugi o figli, la reversibilità spetta:

ai genitori a carico che hanno più di 65 anni di età;

a fratelli celibi e sorelle nubili a carico, inabili al lavoro e senza pensione.

Pensione di reversibilità: i conviventi di fatto

Come detto, il trattamento spetta ai partner delle unioni civili. Ma che succede con i conviventi di fatto? In questo caso, non si ha diritto alla pensione di reversibilità ma è possibile aggirare questo ostacolo. Secondo una sentenza del tribunale di Foggia del 2019, infatti, si può garantire il trattamento al proprio partner facendo in anticipo un testamento e nominando quest’ultimo come erede. La pronuncia citata ha così riconosciuto, alla vedova di una coppia omosessuale, il diritto di ottenere la pensione di reversibilità, a partire dalla data di morte della compagna, nonostante le due non fossero legate legalmente. Ma come detto il principio può essere esteso anche alle coppie etero.

Va aggiunto che questa sentenza riconosce un diritto anche alle coppie anteriori a quelle formatesi nel 2016, anno della legge Cirinnà.

Pensione di reversibilità: coniugi separati e divorziati

Hanno diritto alla pensione di reversibilità anche i coniugi superstiti separati e divorziati, per i quali recentemente l’Inps ha allargato le maglie concedendo un maggiore accesso al beneficio. In particolare, oggi possono ricevere il trattamento:

tutti i coniugi separati, compresi quelli con addebito e senza diritto agli alimenti;

i coniugi divorziati che non si siano risposati e che percepiscono l’assegno divorzile stabilito dal giudice con la sentenza di scioglimento del matrimonio o con la revisione delle disposizioni che riguardano importo e modalità dei contributi da corrispondere.

C’è un caso particolare che non va trascurato. Riguarda il defunto che lascia un coniuge sposato in seconde nozze e un altro da cui aveva divorziato e al quale paga l’assegno divorzile. In questo caso, la pensione di reversibilità va ripartita tra di loro in base alla durata dei singoli matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio, oltre all’importo dell’assegno divorzile e la posizione economica dei superstiti.

Pensione di reversibilità: quanto spetta?

L’importo della pensione di reversibilità è una quota percentuale che varia a seconda del grado di parentela del superstite e del numero di beneficiari. In particolare:

al coniuge solo spetta il 60% della pensione che percepiva il defunto;

se ci sono coniuge e un figlio viene erogato l’80%;

se ci sono coniuge e due o più figli viene erogato il 100%;

a un figlio solo spetta il 70%;

per due figli viene erogato l’80%;

per tre o più figli il 100%;

a un genitore solo viene erogato il 15%;

a due genitori il 30%;

a un fratello o sorella soli il 15%;

per due fratelli o sorelle il 30%.

Questi importi sono cumulabili con il reddito del beneficiario.

Quando un proprio caro viene a mancare spesso è difficile andare avanti. Ma seppur difficile, è una cosa che deve essere fatta, soprattutto dal punto di vista economico per riuscire a mantenere se stessi e i propri figli. La pensione di reversibilità INPS è l’aiuto fornito dallo stato proprio a chi si trova in questa situazione.

In questa guida ti spiego che cos’è la pensione di reversibilità, a chi spetta (sia nel caso del coniuge divorziato che quello separato, dei figli minorenni o maggiorenni disoccupati e degli altri parenti della famiglia), come si calcola la percentuale spettante e quali sono i casi in cui si rischia una diminuzione o cessazione della pensione.

Indice

  • Cos’è e come funziona
  • A chi spetta
  • Calcolo importo
  • Riduzione per superamento limiti reddito
  • Quando si perde
  • Come richiedere
  • Assegno sociale e assegni famigliari
  • Tassazione

Cos’è e come funziona

La reversibilità (detta anche pensione ai superstiti) viene erogata dall’INPS a favore dei familiari di una persona deceduta che pagava i contributi. Puoi percepirla soltanto se il tuo familiare deceduto era:

  • Un pensionato (in questo caso si chiama pensione di reversibilità);
  • Un lavoratore (in questo caso si chiama pensione indiretta).

A chi spetta

Per avere diritto alla pensione di reversibilità ci sono dei requisiti che devi soddisfare. Essi riguardano principalmente il grado di parentela che avevi con il defunto, se eri a suo carico e se sei inabile al lavoro. Ecco qui di seguito tutti i casi:

Coniuge

Se eri coniuge del defunto allora hai diritto alla pensione indifferentemente dal regime patrimoniale del matrimonio: sia in separazione dei beni che in comunione dei beni. Il regime patrimoniale infatti non incide assolutamente sulla reversibilità. Ci sono tuttavia delle differenze a seconda dello stato matrimoniale.

Coniuge divorziato

Se eri coniuge divorziato del defunto hai sempre diritto alla pensione, ma devi essere titolare dell’assegno divorzile per ottenerla. Ci sono inoltre alcuni casi da prendere in considerazione che possono variare/annullare la percentuale di reversibilità che otterrai.

Ecco qui i casi in cui hai diritto a ricevere la reversibilità:

  • Il rapporto di lavoro del deceduto era iniziato prima alla sentenza di divorzio.
  • Non ti sei risposato. La tua convivenza non comporta la perdita della reversibilità.
  • Se il defunto conviveva e non si è risposato. Nulla è dovuto al nuovo convivente.

Se il defunto si era risposato, la reversibilità va in parte a te e in parte al nuovo coniuge. Sarà il Tribunale a stabilire la ripartizione delle quote, in funzione di due variabili: la durata dei due o più matrimoni e le condizioni economiche in cui si trovano l’ex coniuge e il superstite vedovo.

Coniuge separato

In questo caso basta che tu sia titolare di un assegno di mantenimento da parte del defunto. Non ci sono altre condizioni da rispettare.

Norma antibadanti

La Legge n° 111 del 2011, subito definita “legge anti-badanti” ha imposto dei “correttivi” nelle nozze tra persone di cui una ha più di 70 anni e che hanno almeno 20 anni di differenza. Questo allo scopo, appunto, di fermare il fenomeno comune delle badanti che sposavano i propri assistiti per riceverne in “dono” la reversibilità.

Se eri coniuge di un defunto che aveva più di 70 anni e avevate una differenza d’età di almeno 20 anni, allora ci sono dei calcoli aggiuntivi da prendere in considerazione. Ecco dopo quanti anni di matrimonio hai diritto alla pensione:

  • Se eravate sposati da almeno 10 anni, hai diritto alla reversibilità piena;
  • Se eravate sposati da meno di 10 anni, la reversibilità diminuisce del 10% per ogni anno in meno.

Tuttavia, anche in questo caso, nessuna riduzione della reversibilità è prevista in presenza di figli minorenni, studenti universitari o inabili. Ecco qui di seguito alcuni esempi per farti capire meglio il calcolo applicato dall’INPS.

Esempio

Il tuo coniuge ha 71 anni e tu ne hai 50. Convolate a nozze e dopo soli 5 anni, il coniuge decede, quindi a 76 anni. In questo caso hai diritto alla pensione di reversibilità meno il 50% (ossia 10% x 5 anni).

Esempio

Il tuo coniuge ha 71 anni e tu ne hai 50. Convolate a nozze e dopo 11 anni, il coniuge decede, quindi a 76 anni. In questo caso hai diritto alla pensione di reversibilità piena perché sono trascorsi almeno 10 anni dal matrimonio.

Esempio

Il tuo coniuge ha 69 anni e tu ne hai 40. Convolate a nozze e dopo 4 anni, il coniuge decede, quindi a 76 anni. Non avete avuto figli. In questo caso hai diritto alla pensione di reversibilità piena, poiché le nozze sono avvenute prima dei 70 anni.

Esempio

Il tuo coniuge ha 71 anni e tu ne hai 40. Convolate a nozze e dopo 4 anni, il coniuge decede, quindi a 76 anni. Avete avuto un figlio, che quindi è ancora minorenne. In questo caso hai diritto alla pensione di reversibilità piena, perché c’è un figlio minorenne.

Figli

Hanno diritto alla reversibilità tutti i figli, non solo quelli nati da matrimonio, ma anche quelli legittimati, affiliati, naturali, riconosciuti o dichiarati dal giudice. Spetta anche ai figli nati da anteriori nozze dell’altro coniuge e, ovviamente, ai figli adottati.

Se sei figlio del deceduto puoi ottenere la reversibilità solo se sei:

  • Minorenne;
  • Inabile anche maggiorenne e a carico del deceduto;
  • Studente universitario a carico del deceduto non oltre i 26 anni.

La reversibilità non spetta mai ai figli maggiorenni anche se sono disoccupati e in gravi condizioni economiche a meno che, come detto poc’anzi, siano dichiarati invalidi.

Attenzione

In caso di contitolarità, ossia quando ci sono più figli e quindi la pensione spetta all’insieme di persone, nel momento in cui un figlio diventa maggiorenne o trova un lavoro, o termina gli studi, perde il diritto alla reversibilità. La pensione sarà quindi ricalcolata per i restanti beneficiari.

Nipoti

I nipoti minorenni, se risultano a carico del nonno/a deceduto/a, hanno diritto alla pensione di reversibilità. Anche se non erano formalmente loro affidati.

Genitori

I genitori di almeno 65 anni, se non ci sono altri famigliari aventi diritto rimasti tra cui: coniuge, figli o nipoti, e se alla morte dell’assicurato sono senza reddito e a suo carico.

Fratelli

Fratelli celibi inabili e sorelle nubili inabili hanno diritto se mancano coniuge, figli, nipoti e genitori, se alla morte dell’assicurato risultano senza reddito e a suo carico.

Calcolo importo

L’importo che ti spetta non è sempre uguale alla pensione che percepiva il deceduto, ma viene riconosciuta in percentuale in base al numero e alla tipologia dei famigliari superstiti. Nello specifico ammonta al:

  • 60%, se rimane solo il coniuge (i figli non ci sono o non sono più a carico);
  • 70%, in presenza di un solo figlio;
  • 80%, in presenza del coniuge e un figlio o in assenza del coniuge due figli soltanto;
  • 100%, in presenza del coniuge e almeno due figli o in assenza del coniuge almeno tre figli soltanto;
  • 15%, per gli altri familiari a cui spetta la reversibilità e diversi dal coniuge, figli e nipoti.

Riduzione per superamento limiti di reddito

Purtroppo il cumulo dei redditi non è permesso. La pensione di reversibilità subisce una decurtazione se sei un superstite e il tuo reddito è oltre 19.573,71 euro (legge 335/1995 – Legge Dini). Nello specifico è prevista una riduzione della reversibilità pari al:

  • 25% se il reddito del superstite supera 19.573,71 euro annui;
  • 40% se il reddito del superstite supera 26098,28 euro annui;
  • 50% se il reddito del superstite supera 32622,85 euro annui.

Attenzione

Questi limiti di cumulabilità fanno riferimento alle pensioni di reversibilità che spettano al coniuge, ai genitori, ai fratelli e alle sorelle, non vengono applicati quando la reversibilità spetta ai figli, a minori e inabili.

Quando si perde

La pensione di reversibilità non è più dovuta quando vengono meno i requisiti per i quali si aveva diritto. Gli esempi più noti sono quelli del figlio che diventa maggiorenne, del figlio che termina gli studi universitari e trova lavoro. Ecco qui di seguito tutti i casi:

  • Se eri coniuge e ti sposi di nuovo;
  • Se eri figlio quando compi 18 anni;
  • Se eri figlio e hai concluso o interrotto i tuoi studi universitari;
  • Se eri figlio e stai studiando, ma hai compiuto 26 anni;
  • Se eri figlio ed eri inabile e ora sei guarito;
  • Se eri genitore nel caso conseguono altri famigliari;
  • Se eri fratello e sorella, nel caso che conseguono altri famigliari o ti sposti;
  • Se eri nipote e valgono le stesse condizioni dei figli;
  • Se non rinunci all’eredità lasciata dal defunto.

Come richiedere

Per ottenere la pensione di reversibilità basta inviare la domanda all’INPS, tramite:

  • Sito web INPS: é necessario essere in possesso di PIN INPS;
  • Contact Center al numero 803164 raggiungibile da telefono fisso, o al 06164164 raggiungibile da cellulare;
  • Patronati e CAF della tua città.

In caso di figli minorenni, la richiesta va presentata dal legale rappresentante.

Quanto tempo passa per avere accreditata la pensione di reversibilità? La decorrenza della pensione ai superstiti è dal mese successivo a quello della morte del defunto. Anche se fai la domanda mesi dopo, avrai poi diritto al rimborso degli arretrati.

Il superstite ha diritto anche alle mensilità aggiuntive: tredicesima e quattordicesima se il defunto le percepiva.

Assegno sociale e assegni famigliari

L’assegno sociale non è reversibile. Il superstite di un pensionato che percepiva l’assegno sociale, non avrà diritto alla reversibilità. Gli assegni al nucleo familiare (ANF), invece, spettano in presenza di figli minorenni o inabili se il titolare della pensione di reversibilità (il vedovo/a) non può dedicarsi a proficuo lavoro.

Tassazione

La pensione di reversibilità è tassata al pari del lavoro dipendente, ad esclusione delle reversibilità percepite dai familiari delle vittime di atti terroristici e della criminalità organizzata. La tassazione segue quindi le stesse regole (calcolo, deduzioni, detrazioni) e aliquote IRPEF previste per scaglioni di reddito:

Aliquote IRPEF per scaglioni redditoReddito (min)Reddito (max)IRPEF
15.000 € 23%
15.000 € 28.000 € 27%
28.000 € 55.000 € 38%
55.000 € 75.000 € 41%
75.000 € 43%

Se presenti la dichiarazione dei redditi devi quindi dichiarare la reversibilità come i redditi da lavoro dipendente, ossia:

  • nel quadro “C” del modello 730;
  • nel quadro “RC” del modello UNICO persone fisiche.

Passaggi successivi:

Quando un figlio ha diritto alla pensione di reversibilità?

- In caso di morte del pensionato (o dell'assicurato), il figlio superstite ha diritto alla pensione di reversibilità (o indiretta), ove maggiorenne, se riconosciuto inabile al lavoro e se a carico del genitore al momento del decesso di questi.

Quando muore un genitore a chi va la pensione?

La pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell'assicurato (pensione indiretta) in favore dei familiari superstiti. La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa .

Chi ha diritto alla pensione dei genitori?

Le pensioni di reversibilità, infine, possono essere riconosciute anche nei confronti di genitori e fratelli del lavoratore o pensionato deceduto. Per il primo caso, il diritto alla pensione scatta per coloro che presentano almeno 65 anni di età, non titolari di pensione diretta o indiretta e a carico del deceduto.

Come ereditare la pensione di un genitore?

Per ereditare la pensione occorre quindi che il familiare superstite sia a carico del defunto. In altre parole, è necessario che il beneficiario non sia indipendente economicamente e conviva con il lavoratore o il pensionato al momento del decesso.

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