Esistono dei pazienti che, per i più svariati motivi, ritardano il più possibile la visita dal dentista, nascondendosi magari dietro alla scusa della ‘carie che non fa male‘. Ma attenzione, non bisogna certo aspettare che una carie inizi a causare dolore prima di andare dal dentista per un’otturazione! Anzi, non solo tutti i dentisti, ma la logica stessa suggerisce che sia meglio curare immediatamente anche una lesione cariosa che non faccia male. Vuoi sapere il perché?
I diversi gradi di profondità di una carie
Prima di tutto, è necessario capire lo stadio in cui si trova una carie che non fa male. Esistono generalmente 4 gradi di profondità del processo carioso, ai quali è associato anche un diverso livello di dolore. Il primo passo, ovvero quello della cosiddetta carie che non fa male, è quello in cui ad essere colpito è solo lo smalto dentale. In questo caso, l’intervento del dentista è poco invasivo e veloce, una semplice otturazione può infatti riportare il dente al suo originale splendore. Lo stesso si può dire anche per il secondo grado di profondità della carie, la quale, attraversato lo smalto dentale, è arrivata ad intaccare la dentina; in questo caso, se la carie arriva in prossimità della polpa, è possibile avvertire qualche fastidio magari in concomitanza con l’assunzione di cibi freddi o molto dolci. Il dolore inizia a farsi sentire insistentemente e in maniera sempre più fastidiosa al terzo grado di profondità: qui non si parla più di una semplice carie, ma di una pulpite. Come dice la parola stessa, l’infezione ha ormai raggiunto la polpa dentale. Il dolore si fa via via meno sopportabile e l’intervento richiesto non è più una semplice otturazione; occorrerà invece ricorrere alla devitalizzazione, un’operazione più laboriosa ed anche più costosa. I denti del giudizio, data la grande irregolarità dei canali all’interno della radice, il più delle volte, non possono essere sottoposti a cura canale ed è quindi necessario estrarli. Veniamo ora all’ultimo grado del processo carioso: in questo caso la polpa non è solo colpita, è ormai necrotica; le sostanze prodotte dai batteri arrivando a coinvolgere anche i tessuti parodontali che circondano l’apice della radice, dando luogo ad una cosiddetta infiammazione periapicale.
Una carie che non fa male è comunque una minaccia
Rifiutarsi di curare una carie che non fa male è dunque un controsenso sotto molti punti di vista: aspettare di provare un dolore intenso prima di rivolgersi ad un dentista significa perdere l’opportunità di poter risolvere il problema con una semplice e poco dispendiosa otturazione. In questo modo, infatti, ci rimette la salute ed anche il portafoglio, poiché l’infiammazione della polpa porta alla necessità di devitalizzare il dente colpito e quindi ad un allungamento dei tempo di intervento, fattore che non può che far lievitare i costi per il paziente.
La morale della favola, dunque, è senza dubbio una: le carie vanno curate subito, in quanto la situazione non può che peggiorare. Per questo motivo è necessario fissare delle periodiche sedute di controllo dal proprio dentista di fiducia, così da non lasciarsi scappare nemmeno la più piccola della carie. Non aspettare oltre: prenota la tua visita presso il nostro Studio Dentistico D’Amelio di Venezia – Mestre!
Per comprendere la PREVENZIONE orale bisogna descrivere il processo cariogeno, un processo distruttivo del dente che può arrivare, se trascurato a lungo, a importanti infezioni, dolori, interventi chirurgici, costi, e addirittura, alla perdita del dente stesso.
L’evoluzione della carie inizia da uno stadio iniziale, lo STADIO I, in cui essendo molto superficiale intacca solamente lo smalto del dente: in questa fase la carie non provoca dolore e il soggetto nemmeno si accorge di averla.
Dato che la carie non può guarire da sola, poiché i tessuti dentali non possiedono capacità rigenerativa, se viene intercettata in questo stadio grazie alla prevenzione il dente può essere curato in una sola seduta presso il proprio odontoiatra di fiducia e, anche da un punto di vista economico, la spesa risulta essere contenuta: si tratta di una semplice otturazione.
Tuttavia, non trattandola a dovere, la carie può progredire al trascorrere del tempo fino a perforare lo smalto raggiungendo la dentina: STADIO II
In questo caso la patologia può forse essere curata in una sola seduta odontoiatrica ma sicuramente ad un costo superiore rispetto allo stadio I. Questo a causa del fatto che l’odontoiatra deve intervenire utilizzando appositi materiali atti alla ricostruzione complessa di una parte molto ampia del dente che è stata erosa dalla carie stessa. Nel caso in cui la parte in questione fosse molto estesa è necessario realizzare un intarsio.
Progredendo ancora nel tempo senza prevenzione ed interventi alcuni, la patologia in corso sarà ora in grado di causare forte dolore, al punto che non si potrà più fare a meno di correre dal dentista…ma ormai sarà ‘tardi’: la carie, STADIO III, sarà ormai giunta in camera pulpare (o cavità pulpare) e causerà ascessi, granulomi e cisti.
In questa fase non sarà più sufficiente una sola seduta di cura ma, dovendo ricorrere alla terapia canalare (o devitaliazzaione, ossia la distruzione e la successiva rimozione della polpa di un dente), l’odontoiatra avrà bisogno di più sedute (a volte anche tre). L’ingravescenza della patologia potrebbe portare poi ad apicectomia (pratica chirurgica di prima scelta per il trattamento dei granulomi dentali non curabili attraverso la semplice devitalizzazione) o, ancor più grave, estrazione del dente.
A questo punto è anche piuttosto semplice intuire quanto, nello stadio III, l’impegno economico sia piuttosto elevato, come evidenziato nel grafico sottostante.
Grazie ad una corretta prevenzione orale non si sarebbe giunti a quest’ultimo stadio.